Tir, via il blocco all’Hupac ma resta il presidio
I camionisti di Trasporto Unito costretti a riaprire il traffico dei mezzi dall'intervento della Polizia di Stato. Resteranno in presidio fino a venerdì
Via libera ai tir bloccati all’interno del centro intermodale Hupac, al confine tra Gallarate e Busto Arsizio, a partire dalle 13 circa di oggi, martedì, dopo 36 ore di protesta. Il blocco da parte dei camionisti di Trasporto Unito, la sigla sindacale che ha indetto la protesta che sarebbe dovuta durare fino a venerdì. Il commissariato di Gallarate ha annunciato l’ordine di smobilitare l’ostruzione al passaggio dei bisonti della strada e i manifestanti hanno dovuto recedere dall’intenzione di continuare in quella modalità: «Resteremo comunque qui a presidiare – ha annunciato Beniamino Ermocida, leader provinciale del sindacato – perchè i nostri problemi non sono stati risolti. L’agitazione rimane e tale sarà fino a quando non arriveranno risposte da Roma su ognuna delle nostre richieste dal problema assicurazioni, allo sconto ai caselli, al caro benzina, fino alle tariffe minime».
Secondo i responsabili di Trasporto Unico a decidere lo sgombero sono state le grandi committenze in combutta con la politica: «I grandi nomi del movimento merci hanno di certo molti più "santi in paradiso" di noi – spiega un dimostrante – e così ci tocca sgomberare». Questa mattina, infatti, si era alzata la tensione tra il responsabile della protesta Ermocida e il direttore di Hupac Sergio Crespi a dimostrazione di un’insofferenza al blocco tenuta a bada con dichiarazioni di facciata nella prima giornata. Nemmeno l’accordo raggiunto tra le parti, che permetteva il passaggio di un mezzo ogni quarto d’ora, è resistito nel secondo giorno. All’interno dello scalo c’erano merci pericolose che dovevano essere portate a destinazione e 25 treni merci erano in attesa di scaricare.
Nonostante a Busto tutto si sia svolto pacificamente le notizie da vari presidi sparsi per l’Italia, giunte in mattinata, non hanno aiutato. Ad Asti un manifestante è morto nel tentativo, secondo la prima ricostruzione, di fermare un collega che non voleva aderire alla protesta mentre nell’area intorno a Napoli sono stati usati mezzi non legali per fermare i camionisti che volevano andarsene come, ad esempio, cacciaviti e tenaglie utilizzate per bucare le gomme ai tir. Non sono mancate minacce e qualche atto di violenza fisica. Lo stesso ministro del’Interno Cancellieri aveva annunciato che non si sarebbero tollerati altri blocchi.
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