Caso Uva, assolto il medico
Il giudice del tribunale di Varese Orazio Muscato ha deciso di assolvere Carlo Fraticelli, per il quale l'accusa aveva chiesto un anno di carcere per aver somministrato un mix di farmaci sbagliati a Giuseppe Uva. Il pm Agostino Abate ha annunciato il ricorso appello
Assolto il medico del caso Uva. Il giudice del tribunale di Varese Orazio Muscato ha stabilito che Giuseppe Uva non è morto per le cure sbagliate somministrate all’artigiano dal medico dell’ospedale di Varese Carlo Fraticelli. L’accusa, rappresentata dal pm Agostino Abate, aveva chiesto un anno di carcere. Ad attendere la sentenza c’erano i famigliari di Giuseppe Uva morto il 14 giugno 2008 dopo essere stato interrogato nella caserma dei carabinieri in via Saffi ed essere poi trasportato in pronto soccorso: con loro anche alcuni parenti di vittime di episodi di violenza, tra cui Ilaria Cucchi sorella di Stefano Cucchi e Patrizia Aldovrandi madre di Federico Aldovrandi. Fuori dal tribunale sono stati esposti cartelli e striscioni di protesta contro le «morti di Stato», casi in cui sono coinvolti uomini delle forze dell’ordine. Il pubblico ministero Agostino Abate ricorrerà in appello verso una sentenza che evidentemente non condivide. Sulla disposizione da parte del giudice di trasmettere gli atti alla Procura della Repubblica «con riferimento agli accadimenti occorsi tra l’intervento dei carabinieri e l’ingresso di Giuseppe Uva al pronto soccorso dell’ospedale di Varese», la pubblica accusa sottolinea che la richiesta nulla aggiunge al lavoro già in corso in procura, in quanto gli atti sono già stati acquisiti integralmente nell’altro procedimento aperto che ha come oggetto d’indagine le presunte violenze subite da Uva in caserma. Il pubblico ministero contesta le ordinanze del giudice che non hanno permesso di ascoltare in aula testimoni e consulenti, e le figure dei periti, ricusati per gravi motivi indicati a verbale.
Lucia Uva, sorella di Giuseppe, alla fine dell’udienza ha abbracciato Carlo Fraticelli, dicendosi soddisfatta della sentenza. «Abbiamo percorso insieme questi quattro anni di calvario – ha detto la donna-. Ora bisogna scoprire la verità sulla morte di mio fratello».
Su quella morte Fraticelli ha delle convinzioni precise. «L’idea che ho espresso dentro di me – ha affermato il medico subito dopo la sentenza – è che sia stata una situazione di estrema tensione emotiva, anzi io parlo di una vera tempesta emotiva di una persona che evidentemente ha passato molto tempo in una condizione di stress e certamente il trattamento sanitario obbligatorio, necessario in alcune situazioni, è sempre portatore di ulteriori situazioni di tensione. Quindi le possibilità che sul piano cardiovascolare le cose vadano in questo modo ci puo’ stare».
Fraticelli fu una delle ultime persone a vedere Uva ancora vivo e a parlare con lui dopo avergli fatto una visita medica completa – circa mezzora dopo si verificherà il tracollo – ma l’uomo al medico non parlò di pestaggi o di altri maltrattamenti subìti. «A me non disse niente di tutto questo – conclude Fraticelli -. E non mi è stata data nemmeno comunicazione di questa cosa».
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