Etichetta in arabo per il “Latte Varese”
I latte acidificato, amato da magrebini e sudamericani, sarà prodotto dalla centrale del latte di via Uberti. Per la cooperativa Latte Varese è un mercato interessante
I vertici della cooperativa agricola “Latte Varese” alla fine hanno dovuto prendere atto che il mercato degli immigrati è interessante anche per loro. E così il presidente Fabio Binelli e il responsabile commerciale Carlo Crosti (entrambi in quota Lega Nord) hanno deciso di lanciare un nuovo prodotto sul mercato destinato agli stranieri, soprattutto per africani, quelli della fascia del Maghreb, e sudamericani.
Si tratta del latte acidificato, già oggi prodotto dalla centrale del latte di via Uberti per un quota pari al 3% dell’intera produzione (8 milioni di litri), ma che ha ampi margini di crescita, fino al 15%, vista la presenza di oltre 76 mila stranieri in provincia di Varese. Un bella boccata d’ossigeno per la cooperativa "Latte Varese" sempre più schiacciata dall’offerta al ribasso dei grandi gruppi multinazionali.
Sull’etichetta non comparirà la scritta "Latte Varese" ma ci sarà un altro marchio con la denominazione “Leben”, nome di una bevanda originaria del Marocco, ottenuta dalla fermentazione del latte fresco di mungitura, che viene servita con il cuscus o il mechoui (carne arrosto). La rete di vendita per il "Leben" è già pronta e attiva: il nuovo prodotto verrà infatti distribuito in tutti i negozi della provincia che vendono prodotti alimentari etnici.
(foto, da sinistra: Carlo Crosti, l’assessore provinciale all’agricoltura Bruno Specchiarelli e Fabio Binelli)
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