L’ultimo saluto al “senatore dei luinesi”
Una folla commossa ha salutato Piero Pellicini, scomparso a 70 anni dopo una lunga malattia. Il figlio Francesco lo ha ricordato come un "don Chisciotte che combatteva sempre per i più deboli"
«Era un Don Chisciotte che combatteva sempre per i più deboli». Così ha definito Piero Pellicini il figlio Francesco durante i funerali che si sono svolti questo pomeriggio, sabato, nella chiesa prepositurale SS Pietro e Paolo di Luino, la città che lo adottò subito dopo la guerra e che lo plasmò come uomo, poi come professionista e infine come politico. E’ stato salutato da centinaia di luinesi che lo hanno conosciuto, per un motivo o per un altro, il "senatore dei luinesi", scomparso dopo una lunga malattia lo scorso 10 maggio all’età di 70 anni.
La chiesa principale di Luino, che domina il centro storico del paese, era stracolma per l’ultimo addio e qualche decina di persone è rimasta fuori in attesa dell’uscita del feretro, accolto in un applauso sommesso ma prolungato tra due file di bandiere tricolore. A celebrare il rito funebre, anch’esso sobrio come nello stile dello stesso Pellicini, è stato il prevosto di Luino don Giorgio Solbiati davanti alla moglie Ornella e ai tre figli Andrea (che è anche primo cittadino di Luino), Francesco e Paolo.
Moltissime le autorità presenti tra le quali il senatore Pdl Antonio Tomassini, il deputato Marco Airaghi, l’assessore regionale alle infrastrutture Raffaele Cattaneo, molti dei sindaci della zona, esponenti politici della destra storica, l’associazione Carabinieri in congedo, molti avvocati del foro di Varese, il personale della sezione luinese del Tribunale di Varese (che caparbiamente il senatore inseguì fino alla sua apertura e che oggi è nel mirino del Ministero tra le sedi da chiudere). Tantissimi anche i cittadini luinesi di tutte le estrazioni sociali a rappresentare l’abbraccio ideale di una città che deve molto a questa figura politica.
L’avvocato Claudia Mandanici lo ricorda con grande affetto: «Nel 1979 feci il mio praticantato nel suo studio e il ricordo più nitido che ho di lui è l’umanità varia che difendeva. Stava sempre dalla parte dei più deboli della società». Tutti ricordano, infatti, il senatore per le strade di Luino come un uomo del popolo che non ha mai negato il saluto a nessuno e che, anzi, non si sottrraeva mai alla chiaccherata con chiunque desiderasse parlare con lui. Un politico d’altri tempi, infine, da ambo le parti definito un galantuomo che sapeva mettere da parte la propria provenienza politica quando c’era da dialogare per il bene del territorio che lo aveva eletto.
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
Giuseppe Mantica su Concerto di Santa Cecilia: La Casoratese celebra la musica in un viaggio nel tempo e nel mondo attraversando culture diverse
Claudio Pilotti su Il disastro del Campo dei fiori finalista con ANSO al premio AICA con il progetto «Scrivo da un paese che non esiste»
Felice su In 15 anni calano del 50% le nascite nell’alto Varesotto: un convegno per ripensare l’infanzia e la genitorialità
Viacolvento su Pace fatta tra commercianti e Comune di Cavaria: "Il sindaco non ha responsabilità"
Felice su "Togliete quelle pellicole: il viaggio in treno è anche il nostro bellissimo panorama"
Felice su Abbandona rifiuti nei boschi della Linea Cadorna: multa da 4.500 euro ad un 60enne














Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.