Scopre per caso che l’Inps lo considera morto
L'incredibile caso di un consulente varesino di 36 anni: era stato dichiarato deceduto dal 1998. Eppure in tutti questi anni ha continuato a versare i contributi. Questa mattina è andato allo sportello ed è "risorto"
E’ proprio tempo di cartelle pazze: Imu che raddoppia, Equitalia che ti strozza e adesso c’è anche l’Inps che ti dichiara defunto, ma per fortuna è solo sulla carta. E’ accaduto a un consulente informatico varesino, Luca Ercoli, 36 anni. L’ente gli ha fatto sapere che lo considera deceduto addirittura dal 31 ottobre del 1998. Lo stesso ente, tuttavia, accoglie i suoi versamenti più o meno dalla stessa data. Che paradosso: l’Inps si faceva pagare dal consulente varesino anche se lo considerava morto, e per non sbagliare non gli ha mai chiesto nulla; o meglio non ha mai chiesto ad alcun parente se il giovane era, diciamo così, davvero estinto.
La curiosa scoperta è arrivata per caso. Ercoli aveva bisogno di verificare la sua posizione contributiva, per una questione lavorativa. E’ entrato nel sito internet e ha inserito i suoi dati. «Ieri mi è arrivato un sms che segnalava un errore – racconta – e mi si chiedeva di chiamare il numero verde per una verifica. Ho telefonato e ho fornito il mio codice fiscale. A quel punto l’operatore del call center è rimasto sorpreso e in silenzio per un attimo. Poi mi ha comunicato che risultavo deceduto. Era interdetto anche lui».
Questa mattina si è recato allo sportello dell’Inps di Varese, con la certa di identità e il codice fiscale, e ha comunicato che sta benissimo. Dal punto di vista burocratico oggi l’informatico varesino è letteralmente risorto. «Mi sono chiesto che cosa possa esser successo ma non è ho idea – spiega ancora – la data di morte coincide in realtà con la fine di una pensione di reversibilità che percepivo da giovane e che si era esaurita per limiti di età, forse c’è stato un errore in quel momento. Ma quello che mi lascia perplesso è che nessuno se ne sia accorto in questi quattordici anni. E’ stato buffo – commenta infine – per fortuna non mi ha creato molti disagi, se non le due ore di coda».
Abbiamo chiesto spiegazioni all’ente ma ci ha risposto solo un call center nazionale che non era in grado di verificare l’accaduto. Non è la prima volta che accade un paradosso informatico. A Como nel 2007 un uomo di 65 anni si vide bloccare la pensione dalla banca per lo stesso motivo, ma qualcuno in quel caso almeno si accorse che le carte non quadravano. In questo episodio, invece, se non fosse stato per quella ignara richiesta, chissà per quanto tempo ancora, Ercoli avrebbe “riposato in pace” a sua insaputa.
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