Un “serpente” di gomma per salvare la collina dalla frana
È un lungo tubo, che scende verso il fiume e consentirà di deviare una parte dell'acqua che ancora fa avanzare la frana: gli operai lo stanno "guidando" giù dalla ripida costa
È come un lungo serpente di gomma, che striscia sul terreno e tra gli alberi e le frasche: ma è un serpente buono, perché consentirà di salvare la collina della Valle del Ticino.
Parliamo del grande tubo di gomma che – una volta completato – consentirà di deviare le acque nere del depuratore, evitando l’erosione da parte di queste acque ed evitando che la frana di Somma Lombardo avanzi ancora nei giorni di bel tempo: nel giro di pochi giorni gli operai devono farlo arrivare a valle. «Vedete? Lavoriamo come gli egizi, facendo scorrere il tubo sopra ai paletti di legno» spiega il responsabile di cantiere, che coordina gli operai della Fratelli Re di Gallarate, azienda edile specializzata anche in lavori idraulici. Il lavoro va avanti veloce: «Ogni ora saldiamo uno-due tubi, da 12 metri l’uno. Completata la saldatura, si fa scorrere il tubo in avanti».
Nel primo tratto il "serpente" striscia in piano, tra il bosco e il cortile della villa ormai irrimediabilmente scavata nel suo basamento. Poi si arriva al ciglio della collina naturale, dove il terreno scende a valle ripidissimo, trattenuto dalle radici del folto bosco di alberi. «Piano, piano… tienilo più a destra»: per far avanzare il tubo, gli operai devono "guidarlo" tra gli alberi, con tanto di corde, gli ordini si passano a voce e con la radio. Per operare sulla collina si è dovuto creare anche un passaggio minimamente attrezzato, con gradini scavati nel terreno e corde di sicurezza.
«Abbiamo completato 140 metri di tubo, su 300 totali» spiegano nel tardo pomeriggio. Spostato avanti il tubo, giù nel bosco, si riprende a saldare quello successivo, e così via. Il ritmo è elevato e si dovrebbe arrivare al Ticino in tempo breve, si stanno già portando i materiali a valle per l’ultimo tratto.
La preoccupazione è soprattutto che si rimetta a piovere: un po’ perché rallenterebbe i lavori, ma soprattutto perché lo scarico dell’acqua rischierebbe di rimettere in moto la frana, così come il lento lavoro dell’acqua intorno al malandato scarico del depuratore ha probabilmente dato il via allo smottamento, ormai tre settimane fa. Così, mentre si lavora al "serpente" in gomma, intanto continuano le operazioni aeree: anche nel pomeriggio di giovedì gli elicotteri hanno lavorato per circa un’ora, posando altri venti gabbioni pieni di pietre lungo la discesa della frana, per cercare di stabilizzarla (i gabbioni si riconoscono, grigi, al centro dell’immagine a destra). A centocinquanta metri di distanza, gli operai del "serpente" continuano il loro lavoro: sudano al caldo, ma ogni tanto si guarda al cielo con preoccupazione, sperando che non arrivi la pioggia.
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