Al centro di via Pola i primi passi di una nuova vita
Sono diciotto i rifugiati ospitati al Centro di Accoglienza di Caritas e Comune. Oltre settanta in totale i profughi in città. Storie diverse con in comune la fuga dal paese di origine e l'incertezza del futuro
Colori sgargianti che fusi assieme danno origine a infinite sfumature. Sono il simbolo di vite che si intrecciano in uno stesso luogo e che da lì ripartono verso il futuro. L’omaggio dei rifugiati al Comune di Varese è un quadro formato dal collage delle opere realizzate durante la permanenza in città. Un’immagine astratta che contiene un profondo significato: «Per molti di loro Varese rappresenta il primo luogo sicuro dopo la fuga. Alcuni hanno alle spalle esperienze drammatiche, arrivano poi nella nostra città che diventa la porta di una vita da ricostruire».
Umberto Calando, coordinatore del Centro Accoglienza di Via Pola, di storie di rifugiati ne ha ascoltate tante. La struttura è sostenuta da Caritas e Comune di Varese ed è gestita dalla Cooperativa Intrecci. Ospita attualmente 18 persone (su un totale di oltre 70 profughi a Varese) ma negli ultimi dieci anni ne ha viste transitare circa trecento. Trecento storie diverse con in comune la fuga dal paese di origine e l’incertezza del futuro. «Il nostro centro è il primo luogo in cui queste persone trovano rifugio – spiega Calando -. Potete immaginare il senso di smarrimento che possono provare. Molti sono arrivati in Italia scappando senza meta, senza nammeno sapere in che luogo si trovano. Hanno lasciato o perso la famiglia, sono soli e non hanno certezze su cosa gli accadrà a distanza di un anno. Proprio per questo nei sei mesi iniziali dobbiamo lavorare sull’accoglienza far capire ai rifugiati che c’è una vita che ancora li aspetta».
Per sostenerli nel cammino dell’integrazione, all’interno del centro, gli operatori e i volontari lavorano su aspetti diversi come l’insegnamento della lingua italiana, l’educazione civica e la formazione professionale. Vengono inoltre organizzati laboratori, come quello di "espressione artistica", attività che lavorando sulla creatività permettono di far intraprendere ai rifugiati anche percorsi psicologici. E proprio nel corso di questo laboratorio è stato realizzato il quadro donato questa mattina a Palazzo Estense. L’iniziativa a cui hanno partecipato l’assessore Enrico Angelini, il responsabile provinciale della Caritas, Mario Salis, il coordinatore del Centro di via Pola, Umberto Calando e la responsabile del laboratorio di espresssione artistica, Martina Busti, è stata organizzata in occasione della Giornata mondiale del Rifugiato, istituita nel 2000 e che si celebra il 20 giugno in tutto il mondo.
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