Camillo Benso di Cavour spiega l’unità d’Italia
"Il Tessitore, cronache del Risorgimento italiano" è lo spettacolo curato da Martin Stigol dedicato alla figura determinante per la formazione del Regno d'Italia
L’anniversario dei 150 anni d’Unità d’Italia è già passato ma Varese non smette di celebrare il nostro Paese, il Risorgimento e le sue figure più importanti. Non poteva mancare l’arte e non poteva mancare il teatro: "Il Tessitore, cronache del Risorgimento italiano" è lo spettacolo dell’associazione culturale "Progetto Zattera", curato da Martin Stigol (foto), che è andato in scena per due volte, prima a Palazzo Estense a Varese e poi a Barasso. Questo spettacolo in realtà fa parte di un più ampio progetto che coinvolge anche alcune scuole della Lombardia nell’ambito di un bando regionale dedicato proprio al Risorgimento, e che culmina con le due serate di teatro. Il protagonista e narratore è proprio lui, il Tessitore, Camillo Benso conte di Cavour, soggetto di indiscussa importanza del Risorgimento e figura storica determinante per la formazione del Regno d’Italia.
Quello di Martin Stigol è un conte inedito, particolare: non si tratta di una semplice resa del personaggio attraverso la lettura dei suoi discorsi o dei suoi dispacci, ma di una studiata rielaborazione storica in chiave artistica che parte dallo studio delle sue opere e si traduce in un racconto immaginario fatto in prima persona. Cavour parla direttamente al pubblico, gli dice: «Sono qui per scambiare qualche parola con voi, e vi ringrazio, che siete così gentili da non abbandonarmi in questi giorni infelici».
E racconta dei rapporti personali con la sua famiglia e di quelli strategici con gli alleati, con gli austriaci, con Garibaldi, Mazzini e il Re Vittorio Emanuele II, che convocò Cavour a palazzo:
«Lei è impazzito» – «Certo, per questo lei mi ha chiamato; soltanto un pazzo può fare quello che serve in questo momento nel suo regno, e io, piccolo e brutto che sia, sono della misura giusta».
Non solo parole, ma anche note musicali: ad accompagnare la narrazione, il Corpo Musicale Santa Cecilia di Barasso, diretto dal maestro Fabrizio Tallachini, con alcuni brani risorgimentali, le opere di Verdi (“La traviata”), Rossini (“Marcia per il Sultano”), Puccini e di Ennio Morricone.
E poi l’Inno di Mameli, ma questo è quasi superfluo dirlo.
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