Varesotti ma doriani: comunque vada sarà un successo
Sono parecchi gli abitanti della nostra provincia che hanno scelto di tifare per la Sampdoria: un po' per Mancini e Vialli, un po' per la maglia, un po' perchè storpiando il nome...
Tifare la Samp anche se non si è di Genova. Non è una cosa così rara, anzi. Un po’ per le vittorie dei blucerchiati a inizio anni Novanta, un po’ per i grandi nomi che sono transitati da Marassi, un po’ per la simpatia della squadra ligure, si trovano anche in provincia di Varese supporters più o meno convinti della squadra doriana.
Come Michele Mezzanzanica, nato a Comerio, classe 1983, giornalista della redazione varesina de “Il Giorno” ed ex collaboratore di VareseNews: «Tifo Sampdoria fin da quando ero piccolo – racconta -. Non sono un appassionato fanatico, ho sempre tifato per la squadra della mia città, il Varese, ma a quell’epoca era in serie C e tutti cercavano una squadra “grande”, di serie A. All’inizio tifavo Milan, più che altro perchè tutti i miei famigliari sono interisti e perchè c’era Marco Van Basten. Ritiratosi l’olandese ho scelto la Sampdoria». Proprio sulla maglietta dei genovesi, Mezzanzanica ha un simpatico aneddotto: «Ero piccolo, avrò avuto massimo 8 anni, e mi piaceva la Samp perchè nei servizi in tv chiamavano i suoi giocatori “bruciacchiati”. Era un nome simpatico e diverso: poi ho scoperto che non dicevano “bruciacchiati”, ma “blucerchiati” e me li sono fatti andare bene lo stesso. I miei idoli doriani? Su tutti Mancini, il miglior numero 10 di sempre. Fare un pronostico è difficile: io ho già vinto perchè ci sono in finale la squadra della mia città e quella per cui tifo. In fondo spero che vinca il Varese – chiosa -. Certo che all’inizio dell’anno una finale playoff del genere sarebbe stato un sogno difficile da immaginare…».
Anche il nostro Roberto Morandi, giornalista 32enne che cura la pagina di Gallarate/Malpensa per VareseNews, ha una nascosta passione per i colori blucerchiati: «Non so quanti anni avessi quando al mare mi regalarono il portachiavi di metallo stampato della Doria, che oggi fa da custode alla chiave del mio scassato Maggiolino Volkswagen Mexico – racconta Roberto, che vivrà un "derby" di famiglia con la sorella Ilaria, medico sociale del Varese Primavera e super tifosa biancorossa -. Da bambino andavo a Finale Ligure in vacanza in campeggio e ad Alassio, dove si faceva ogni tanto un salto a trovare i miei zii: io che non ero proprio un bambino appassionato di calcio e che avevo già il gusto di stare un po’ in minoranza devo essermi legato pian piano alla Sampdoria. Che per chi vive da queste parti di Lombardia sta al calcio come il Chinotto sta alle bibite gasate: minoritaria sul mercato e con il fascino della ricercatezza. Confesso: non sono mai stato un tifoso acceso e ancora oggi una trasferta a Marassi è molto rara. Però è anche bello stare in questa piccola tribù in esilio, che se si parla di Tito, pensa agli Ultras Tito Cucchiaroni e agli adesivi incollati qua e là per i vicoli di Genova, che dicono "Ama la Samp, odia il razzismo". Pronostici? Non ne faccio, un po’ per scarsa competenza, un po’ per scaramanzia, mica di far incavolare i sopra citati amici blucerchiati».
Luca Magro, classe 1982, impiegato dell’AerMacchi, ha scelto la Samp per Gullit: «Ero milanista e amavo le treccine dell’olandese. Quando è passato alla Samp ho cambiato casacca anche io – spiega -. Ricordo le prodezze di Vialli e Mancini, poi Flachi, Chiesa, Montella. Sono stato una volta a Marassi a vedere un Samp-Juve finito 0-3: ricordo i tifosi doriani che non hanno smesso un secondo di incitare la squadra, molto bello e coinvolgente.
Tra Sampdoria e Varese è dura scegliere: per la squadra della mia città ho una certa simpatia. Nella finale playoff scelgo la Samp, ma se vince il Varese sono contento lo stesso. Un pronostico? Doppio 0-0».
Alessandro Tagliabue, volto noto del mondo del tifo varesino sia per quanto riguarda il calcio che il basket e appassionato simpatizzante sampdoriano liquida la domanda con ironia: «Seguo la Samp da quando ero piccolo: i miei avevano una casa in Liguria e un po’ la conoscenza di tanti simpatizzanti doriani, un po’ un bagnino genoano molto antipatico mi hanno portato sulla strada blucerchiata – spiega -. Il mio idolo era Roberto Mancini in campo, mentre in panchina Boskov sapeva essere geniale. Sono stato tante volte a vedere la Samp, dalla finale di Coppa Campioni a Wembley contro il Barcellona a tante battaglie a Marassi: ci torno mercoledì da tifoso biancorosso, con il pullman degli Amici del Varese. Per quest’anno ho preso una stagione di aspettativa da supporter sampdoriano…».
Sfegatato tifoso doriano è Marvin Pozzi, 27enne di Castiglione Olona. «È stato amore a prima vista – racconta -. Mio papà tifava Fiorentina, hanno provato a regalarmi la maglia dell’Inter, ma non c’è stato verso, io e la Samp ci siamo innamorati a vicenda. Montella era fortissimo, mi faceva sognare quando festeggiava mimando l’aereoplanino e lo imitavo quando segnavo io. Poi Cassano e Pazzini: coppia fenomenale. Oltretutto mi chiamano “Pazzo” e vedere un altro “Pazzo” con la maglia doriana era bellissimo. Quest’anno poi c’è Pozzi che è finalmente esploso: ha il mio stesso cognome, segno che il destino ha unito me e la Doria. Marassi è uno stadio splendido, dà una carica enorme: ho visto tante partite, anche il preliminare di Champions perso col Werder. Quest’anno la squadra ha pagato il doppio salto dall’europa alla serie B, ma Iachini ha fatto un ottimo lavoro. Da ragazzino andavo anche al Franco Ossola a vedere il Varese: ricordo in C1 la squadra con Fava. Ma in finale tra le due scelgo sempre e comunque la Sampdoria».
Non ha dubbi Valeria Longo, 27enne di Gallarate, scatenata tifosa sampdoriana: «Sono nata a Genova e ho vissuto lì i miei primi sei anni di vita – racconta -. All’asilo la scelta era tra Genoa e Samp, e i doriani all’epoca, ad inizio anni Novanta, erano ben più forti. I miei idoli erano Mancini, Vialli e Pagliuca, poi più di recente Cassano e Pazzini, quando c’erano… Tifare Samp è un modo per restare legata alla mia terra, per ricordare le mie radici e la mia città natale. Mercoledì andrò per la prima volta a Marassi per tifare la mia squadra del cuore – continua Valeria, che anche il giorno della laurea ha voluto festeggiare con la sciarpa e il gagliardetto della Doria (foto) -. Nelle ultime partite mi è piaciuto molto Da Costa, col Sassuolo ha fatto i miracoli. Fare un pronostico è dura: da tifosa spero vinca la Samp, ma il Varese secondo me ha più fame e più voglia di tornare in serie A».
Anche Daniele Valaderio, nostro protagonista della rubrica “Figli di un gol minore”, portierone della Belfortese, non nasconde il proprio amore per la Doria: «Ho scelto i blucerchiati in primis perché volevo essere differente dai soliti tifosi di Juve, Milan o Inter e poi mi sono innamorato della maglietta. Purtroppo a Genova non riesco andare per motivi di lavoro, ma a Varese sarò sicuramente presente in curva ospiti con la maglia della Samp, ma la sciarpa biancorossa. Pronostico? Io dico che noi doriani vinciamo a Marassi e pareggiamo a Masnago».
Un altro cuore doriano è Andrea “Cesare” Ragazzi, che sin da piccolo ha coltivato l’amore per la squadra genovese: «Mi sono appassionato prima della maglia e poi della squadra: una pura questione cromatica che però con il tempo è diventata una vera passione. Non andrò a Genova, ma a Varese ci sarò sicurmente in curva ospiti grazie ad un mio amico genovese che mi comprerà i biglietti. Sono comunque un appassionato del Varese, ma spero che passi la Samp: certo, se fosse, la sconfitta sarebbe un po’ meno amara. Un pronostico è difficile: i biancorossi giocano decisamente meglio della squadra di Iachini, ma mercoledì giocheranno a Marassi in uno stadio pieno di gente e non sarà facile per il Varese. Se i “bagiggia” riuscissero a vincere in casa sfruttando il fattore “Ferraris” potrebbero farcela».
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