Città Metropolitana o no? Busto apre il consiglio comunale

Saranno due le sedute aperte alla cittadinanza nel mese di settembre e una concluderà con una delibera la scelta della città in merito al riordino delle province e relativi servizi. Farioli ottiene l'ok dai capigruppo anche se non se ne conosce l'efficacia

Busto Arsizio dirà la sua, nel modo più corale possibile, sul suo destino nel nuovo organigramma delle province che verrà stabilito regione per regione tramite il Consiglio delle autonomie locali (Cal), organismo che dirà l’ultima parola. Il sindaco Gigi Farioli ha incontrato in serata i capigruppo e ha stilato, di concerto con il presidente del consiglio comunale Cornacchia, un calendario da tre consigli comunali in un mese, due dei quali saranno aperti al pubblico e si terranno, probabilmente, nella sala Tramogge dei Molini Marzoli. Il decreto legge 95/2012 sulla spending review, agli art. 17 e 18 tratta il tema della riorganizzazione istituzionale all’interno delle Regioni con la soppressione delle Province che non rispettino alcuni criteri e la creazione della Città metropolitana e nella sua proposta di Ferragosto già poneva il problema di una decisione in tempi rapidi per contare qualcosa nell’organismo lombardo composto da 45 membri in rappresentanza di tutti i livelli amministrativi regionali.  

Tutte le forze presenti in consiglio, Lega compresa, hanno infine acconsentito alla richiesta esplicita del primo cittadino stabilendo i due consigli comunali aperti il 13 e il 18 settembre e quello deliberativo il 27 in modo da avere in mano una risposta unitaria del territorio. Durante i due consigli comunali aperti potranno intervenire anche esperti in materia in modo da spiegare più nel dettaglio, dal punto di vista legislativo e amministrativo le differenze per i servizi ai cittadini. «E’ un tema che necessiterebbe un pronunciamento popolare consapevole – azzarda Farioli – ma soprattutto è indispensabile che insieme col sindaco, per legge capo della comunità e rappresentante legale dell’ente, valorizzi soprattutto l’assemblea consiliare senza vincoli di parte, senza limiti di schieramento, con un unico paletto, la scienza e coscienza dei suoi componenti».  Farioli sta cercando cercando di sensibilizzare sull’argomento anche le amministrazioni vicine nel territorio dell’Alto Milanese e nei comuni confinanti da Tradate e Saronno fino a Lonate Pozzolo e Gallarate. 

L’attuale situazione legislativa è molto confusa,  il decreto non entra nel dettaglio e stabilisce solo due criteri base, territorio e abitanti,che tutti nuovi enti devono rispettare. La decisione, quindi spetterà al Consiglio delle Autonomie Locali che, spera Farioli, «non pensi di decidere da solo su un tema strategico, senza ascoltare il territorio». 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 04 Settembre 2012
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