“L’M346 non è solo un addestratore, è un’arma da guerra”
Quasi 100 persone all’incontro pubblico organizzato in preparazione della manifestazione del 13 ottobre contro Aermacchi. Dalla serata l’ipotesi di una denuncia per violazione della legge sugli armamenti
Quasi cento persone hanno partecipato all’incontro pubblico in preparazione della manifestazione pubblica contro Aermacchi. L’azienda che ha sede a Venegono Inferiore ha appena chiuso un contratto con Israele per al fornitura di 30 M346, addestratori militari «che però possono anche essere usati come strumenti di guerra» ha spiegato durante l’incontro Giorgio Beretta, uno dei relatori della serata che lavora con Disarmiamo la pace ed è esperto di commercio d’armi. All’incontro, che si è svolto al Cestello dei Missionari comboniani martedì sera 2 ottobre, ha partecipato anche Claudia Berton, storica e autrice del libro “Gli spinosi catctus di Palestina e Israele”. La serata, organizzata dal comitato organizzatore della manifestazione del 13 ottobre, è stata introdotta da Filippo Bianchetti, tra i referenti del comitato, ed è durata oltre tre ore, con diversi interventi del pubblico e terminando oltre la mezzanotte.
Beretta ha affrontato sotto diversi aspetti il problema degli armamenti: «Cosa può fare questo movimento per impedire che le nazioni si armino? Dal 2001 c’è stata una ripresa della corsa agli armamenti in tutto il mondo. Va ricordato, però, che la legge italiana del 1990 prevede il divieto alla commercializzazione di armi nei paesi che sono belligeranti o responsabili di crimini contro l’umanità. Questa legge è lettera morta. L’Italia commercia regolarmente senza che nessuno alzi un dito. L’M346 è uno strumento di guerra, viene commercializzato come addestratore, ma può essere armato, senza intervento tecnologico successivo».
Ecco quindi a fine serata nascere anche una proposta, insieme a uno dei presenti nel pubblico, l’avvocato Ugo Giannangeli: «Con Beretta – spiega l’avvocato -, stiamo valutando di abbozzare l’ipotesi di lavoro su una denuncia nei confronti del ministro Terzi per la violazione della legge del 1990 sugli armamenti».
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