Interrogato Orsi: “Accuse false, non erano tangenti”

Il legale Amodio ai giornalisti: "Il presidente si è dimesso e ha chiarito che non vi furono pressioni nè sulla stampa, nè sulla magistratura". In merito alle accuse di Hascke: "Ha dato due versioni diverse, non è credibile"

«Hascke (l’intermediatore italo-americano che accusa Orsi, ndr) si è inventato tutto, mai pagato tangenti tramite lui e quei 28 milioni sono serviti a pagare la digitalizzazione 3d degli elicotteri Agusta. Pare strano che Hascke abbia deciso di raccontare questa versione dopo che agli inquirenti svizzeri aveva negato ogni coinvolgimento dei vertici Agusta». Giuseppe Orsi si difende così davanti al giudice delle indagini preliminari Luca Labianca nel corso dell’interrogatorio di garanzia che si è svolto questa mattina (venerdì) in carcere a Busto Arsizio, dove l’ex-presidente di Finmeccanica è ancora ristretto dopo l’arresto avvenuto martedì. Orsi – come ha spiegato il suo avvocato Ennio Amodio (foto a sin.) subito dopo l’interrogatorio – ha chiarito sia le accuse riguardanti il tentativo di influenzare i giornalisti, sia quella di influenzare i magistrati: «Non ha interferito e non aveva l’intenzione di farlo – spiega Amodio – rispetto all’intercettazione contestata ha specificato che l’interlocutore era una società di comunicazione che avrebbe dovuto occuparsi di fornire informazioni alla stampa in merito alla posizione di Finmeccanica relativa alle accuse che i giornali hanno mosso nei suoi confronti». Nessuna interferenza sulla nomina del Procuratore della repubblica – prosegue Amodio – Orsi ha parlato con i due magistrati in pensione di chi sarebbe venuto a coprire l’incarico a Busto «anche perchè è lo stesso Orsi che ha chiesto lo spostamento dell’inchiesta a Busto Arsizio».

Rispetto alla figura di Mitchell, invece, Orsi ha specificato che il consulente inglese lavora con

la Westland Ltd (consociata di Agusta) da oltre 30 anni e che nell’affare indiano «si sarebbe occupato solo ed esclusivamente dei contratti riguardanti i servizi di manutenzione degli elicotteri venduti al governo indiano». Riguardo al presunto sovrapprezzo sborsato dalla Agusta Westland Ltd per il riacquisto dei 14 elicotteri Gw30, venduti all’aeronautica indiana negli anni ’80, «ha spiegato che si trattava di un affare totalmente gestito dagli inglesi e quest’operazione era indispensabile per chiudere una vicenda che si trascinava da almeno 30 anni». Sul prezzo pagato (18 milioni di euro, ndr) l’avvocato non ha voluto addentrarsi. Sui rapporti con la Lega, infine, è lo stesso avvocato a tagliare corto: «Mi sembra evidente che gli stessi magistrati abbiano escluso sia la possibilità che il mio assistito abbia intascato dei soldi, sia che lo abbiano fatto esponenti politici». 

Restano ancora degli aspetti da chiarire e Orsi lo farà davanti al Procuratore Fusco nel prossimo interrogatorio previsto per settimana prossima. Per il momento, dunque, l’ex-presidente (che con una lettera ha presentato ufficialmentele sue dimissioni da ogni incarico in Finmeccanica, ndr) resta in carcere e solo dopo il secondo interrogatorio il suo legale presenterà istanza di scarcerazione.

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Pubblicato il 15 Febbraio 2013
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