Maga, si pensa alle opere e alla pioggia che arriverà
Lunedì il sopralluogo della Sovraintendenza alle opere e quello dei tecnici comunali alla struttura. La copertura del tetto è lesionata, ma le travi reggono e si pensa ad una soluzione provvisoria per proteggere dalle precipitazioni
Il tetto del Maga è ferito dalle fiamme dell’incendio di giovedì scorso e ora si lavora per metterlo in sicurezza al più presto, evitando il rischio che la pioggia possa provocare ulteriori danni. Nella giornata di lunedì il museo d’arte contemporanea di Gallarate è stato ispezionato da una delegazione della Sovraintendenza ai Beni Culturali e dai tecnici del Comune, guidati dalla responsabile archietetto Marta Cundari. Nel frattempo, nei depositi di viale Milano (ex Gam, già dotata di videosorveglianza), la delegazione della Sovraintendenza di Milano – guidata da Sandrina Bandera – ha avviato le verifiche sulle opere portate in salvo grazie alla competenza del personale e all’aiuto di alcuni cittadini.
Rimane prioritaria, comunque, anche la questione della struttura del museo da mettere in sicurezza. «Nel fine settimana è prevista pioggia, per prima cosa si deve evitare che l’acqua s’infiltri nell’edificio» spiega il sindaco Edoardo Guenzani, tenuto costantemente aggiornato sulla situazione. «Si devono creare delle barriere per evitare infiltrazioni, una soluzione provvisoria: l’intera struttura è ancora sotto sequestro giudiziario, domani la relazione sarà inoltrata alla Procura per chiedere la possibilità di fare questo tipo d’intervento». Si tratta, si è detto, di una soluzione più che provvisoria, che richiederebbe di essere poi "consolidata" ma che ha il vantaggio di poter essere allestita senza costi eccessivi, sostenibili dal Comune. Mentre per un intervento risolutivo servirebbero risorse aggiuntive: in questo senso il Comune sta lavorando anche per ottenere la possibilità di intervenire svincolando le risorse necessarie dal meccanismo molto rigido del Patto di stabilità. Quanto alle condizioni complessive, il sindaco nei giorni scorsi ha detto che, pur essendo gravi i danni nel complesso, le lesioni non hanno riguardato l’intero tetto (come s’intuisce in parte anche dalla foto a sinistra): «la struttura delle capriate ad un primo esame ha resistito». Il manto di copertura – con le fiamme alimentate dai materiali plastici dello strato isolante – è rimasto distrutto, così come parte della perlinatura subito sopra le travi, ma tanto le travi quanto i tiranti avrebbero retto, nel complesso. Certo, quale che sia la gravità complessiva del danno, per ora bisogna pensare alla prima esigenza: evitare il rischio che l’eventuale pioggia penetri ancora all’interno della struttura.
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