Il Gelato di Viola
Una lunga analisi di Michele Mezza
Riflessioni sul fenomeno non solo elettorale di Beppe Grillo.
"E’ un movimento della rete, ma non sulla rete. Per certi versi i 5 Stelle non sono molto dissimili dalle primavere arabe.
In Algeria, Tunisia, Egitto è pure sorto un movimento di protesta, composto da giovani, professionisti ed emarginati. Si disse è la rivoluzione di Facebook. In realtà, questo è il nodo che la politica tende ad esorcizzare, quel movimento, e ancora di più Grillo, non cresce perchè usa la rete per parlare, ma perchè usa la rete per produrre. Abbiamo di fronte un movimento che si caratterizza per un nucleo di operai del web: informatici, mediatori, broker, insegnanti, amministratori, imprenditori.
Questa è l’aristocrazia operaia di Grillo. Attorno a questo nucleo si sta raccogliendo un mosaico di ceti e figure sociali convergenti: giovanissimi irridenti, giovani ambiziosi, famiglie silenziose, anziani ignorati, lavoratori in esubero".
Nuovi linguaggi, nuove professioni e l’uso della Rete.
"Il linguaggio connettivo è il brusio della rete che prende tono per i lavori nella rete. L’elemento unificante è l’estraneità prima, l’ostilità poi per le elites: tutte le elites. In particolari quei salottini, meglio ancora quei tinelli, dove gli staff dei decisori, le figure adiacenti ai leaders, i frequentatori degli amministratori. I sobborghi del potere, più che il vero potere. I riti delle terrazze, dello scambio di privilegi, di mance di prevaricazioni.
Questa è la cultura della rete. Forse, si dirà, la cultura di ogni opposizione che contrappone ai poteri costituiti, che se ne vuole liberare.
In realtà la rete produce distanza e indifferenza, più che ostilità. Gran parte dei grillini, sopratutto i nuclei storici, in Emilia e in Piemonte ad esempio, sono figure che vivono autonomamente in circuiti professionali o formativi che non hanno nulla da chiedere alla politica per se stessi. Si tratta di ceti che vivono di competenze, specializzazioni settoriali, flessibilità nell’uso del proprio tempo, controllo delle ambizioni di consumo, versatilità nel muoversi nel paese e fra paesi".
L’opinione pubblica e la Rete non sono più distanti.
"La tracciabilità di questo processo in rete conferma che ormai l’opinione pubblica reale non si discosta dall’opinione media della rete. Sopratutto quando l’indice di socialità, ossia di circolarità della relazione, calcolabile con i grafi che misurano l’interattività della comunicazione che si realizza negli spazi web. Più i flussi di comunicazione sono interattivi, producono cioè un dialogo multipolare, più le opinioni che vi si formano hanno un valore universale. Grillo ha raccolto vision, protesta e proposte e le ha trasformate in un flusso circolare di reciprocità. Chi ha concepito questo disegno ha studiato molto da vicino il fenomeno Obama, arrivando ad applicare la regola David Axelrod,il consulente del presidente americano, che in Italia non si è ripetuto con il suo sodalizio con Monti, secondo il quale Obama vince non perchè usa la rete per parlare con i suoi elettori, per questo c’è la TV, Obama vince perchè fa parlare i suoi elettori fra di loro.
E questo lo ha scoperto anche la gelataia di Venezia.
E ora inizia un’altra storia, sulla rete".
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