L’allarme di Legambiente: “L’aria lombarda sarà malsana anche per i nostri nipoti”
L'analisi dei dati Arpa traccia un quadro negativo anche per l'inizio 2013: «Serve un percorso che porti a un sistema intelligente ed efficiente per la mobilità di persone e merci”
I temi ambientali, messi in sordina dalla campagna elettorale, tornano ad imporsi all’agenda programmatica della Lombardia. E lo fanno con i dati implacabili delle centraline ARPA dislocate nelle strade dei dodici capoluoghi lombardi, elaborati come di consueto dal rapporto di fine inverno di Legambiente Lombardia. Anche in questo inizio 2013, nonostante la turbolenza atmosferica e il meteo che ha favorito la dispersione degli inquinanti, si sono superati tutti i parametri di "tolleranza" per quanto riguarda l’inquinamento da polveri sottili.
Certo, l’aria è stata decisamente meno peggio se confrontata con i dati degli inverni di tutto il decennio appena trascorso, ma comunque in tre capoluoghi di regione (Brescia, Monza e Milano) in soli due mesi si è superata la fatidica soglia dei 35 giorni di smog (polveri al di sopra dei 50 microgrammi su metro cubo) che la legislazione europea ritiene tollerabili nell’arco dell’intero anno. E la concentrazione media giornaliera di Pm10, misurata da tutte le centraline urbane di ARPA, vede quasi ovunque il superamento della soglia di 40 microgrammi per metro cubo. Anche a Varese, nonostante siano solo 23 i giorni di superamento della soglia, la media è di 44,92, dunque "fuorilegge".
«Le tendenze di lungo periodo non fanno intravedere nulla di buono – dichiara Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia – in assenza di azioni strutturali, l’aria lombarda sarà malsana anche per i nostri nipoti. Per questo chiediamo all’amministrazione Maroni una drastica accelerazione nell’attuazione e nell’introduzione di misure anti-smog».
Le azioni strutturali devono investire diversi campi, dalle emissioni agricole a quelle industriali, dall’efficientamento energetico degli edifici alla lotta al consumo di suolo, ma il pilastro fondamentale su cui occorre agire è quello della mobilità: moderazione del traffico e riduzione dell’eccessiva dipendenza dalla mobilità privata sono partite che la Lombardia non ha ancora iniziato a giocare. «L’unico modo per rientrare nei parametri europei di qualità dell’aria è intraprendere finalmente un percorso che porti la Lombardia a dotarsi di un sistema intelligente ed efficiente per la mobilità di persone e merci – insiste Di Simine -. Significa puntare su una forte ottimizzazione e integrazione ferroviaria della logististica, sullo sviluppo di una rete di servizi metropolitani e regionali impostati sul ferro, sul disincentivo all’uso dell’auto ovunque sia garantita una alternativa di mobilità collettiva, sul decommissioning dei grandi investimenti in infrastrutture autostradali. In questo modo si potrà avere una Lombardia più pulita e vivibile, e allo stesso tempo più efficiente e produttiva, grazie ai minori costi e tempi degli spostamenti».
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