Movimento 5 Stelle contro l’acqua privata, Galli li contesta
La nuova società degli acquedotti prenderà una conformazione societaria che secondo i grillini non rispetta il referendum. Il presidente leghista non accetta la critica
Il Movimento 5 Stelle contesta fermamente la decisione presa dai sindaci dell’Ato di firmare il nuvo piano d’ambito. Pietra dello scandalo, la forma societaria che tradirebbe il referendum, il quale aveva sancito la permanenza dell’acqua di proprietà pubblica. I % Stelel sono contro «una società, di diritto privato, che di fatto prevede la remunerazione del capitale».
E inoltre: «Il tipo di gestione societaria dell’acqua ed il rispettivo Piano d’Ambito sono stati
approvati dalla Conferenza dei Comuni del 28 febbraio 2013, con errori procedurali e di convocazione. Ai comuni varesini non è stata concessa la possibilità di conoscere ed approfondire la scelta della gestione del Servizio Idrico attraverso un’Azienda Speciale o di tipo Consortile, unica possibile scelta che rispetti l’esito referendario.
Non è stato inoltre possibile conoscere le modalità del calcolo della tariffazione del
servizio che, per rispetto del risultato referendario, non può in alcun modo essere fonte di remunerazione».
Il presidente della provincia Dario Galli risponde con una nota in cui afferma: «Ma quale tradimento dei cittadini, la gestione del servizio idrico integrato approvata
esclude la partecipazione di privati. Per provincia di Varese l’acqua è e sarà sempre
un bene pubblico. L’abbiamo confermato insieme ai sindaci prima nel dicembre
2011 (pochi mesi dopo il referendum), quando è stata votata la gestione pubblica
dell’acqua e poi, di nuovo, nella conferenza dei Comuni del 28 febbraio scorso,
durante la quale è stato approvato il Piano d’ambito. In due anni non abbiamo
mai mutato la linea condivisa, ma abbiamo rafforzato, come si vedrà nel dettaglio
più avanti, i momenti partecipativi, conoscitivi e di condivisione del percorso con
i Comuni. Occorre poi ribadire che sull’aspetto tariffario il Piano d’ambito non
contiene il piano economico finanziario, perché nel momento della sua redazione e
approvazione non vi era ancora alcuna norma certa di riferimento».
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