“Non sono mai esistite pregiudiziali nei confronti di Pellegrini”
L'ex consigliere Alessandro Limido interviene sulla recente polemica che ha coinvolto anche il neonato gruppo di Giovani4Venegono
Mi trovo mio malgrado costretto ad intervenire a seguito del comunicato stampa con cui si è espresso Riccardo Pellegrini, poiché nonostante l’ex consigliere comunale non abbia voluto fare nomi e cognomi, le accuse diffamatorie che vengono lanciate allusivamente al sottoscritto ed a realtà a me care non mi possono permettere di tacere.
Personalmente, dopo quattro anni di assenza dalla scena politica, ho pensato di impegnarmi da subito per un progetto che potesse unire il più possibile i venegonesi, perché oggi il nostro paese ha bisogno innanzitutto di responsabilità e di coesione per superare il momento difficile che stiamo vivendo anche a livello nazionale. A Venegono oggi non possiamo permetterci divisioni pregiudiziali su base ideologica, ma è necessario che persone di buona volontà mettano a frutto le proprie competenze e capacità per un progetto che possa essere sintesi delle realtà più rappresentative del paese.
Su questi presupposti si è discusso con alcune persone – tra cui membri dell’ex minoranza di Ripensiamo Venegono – ed il gruppo Giovani4Venegono includendo, senza alcun pregiudizio, anche Pellegrini, persona che ho sempre stimato e ritenuto una importante risorsa per il nostro paese, non fosse altro per le sue capacità organizzative e di comunicazione.
La scelta assunta in autonomia dal gruppo Giovani4Venegono di candidare quale sindaco Riccardo Pellegrini, dopo che si era ravvisata da parte di tutti la necessità di individuare un candidato che potesse essere il più possibile sintesi di tutte le realtà del paese, ha inevitabilmente rimesso in discussione il progetto, oltre ad aver sollevato perplessità non solo da parte delle persone che vi stavano partecipando, ma anche di molte persone con cui ho avuto modo di discuterne in paese.
Non è stata mai posta nessuna pregiudiziale su Pellegrini in quanto “troppo estremista” come da lui sostenuto, molto più semplicemente la maggior parte delle persone che avevano aderito ad un progetto civico, così come molti potenziali elettori, hanno posto delle perplessità sulla sua candidatura – anche alla luce del fatto che recentemente è stato tra i fondatori in paese della sezione del movimento politico di destra Fratelli d’Italia – e mi sono personalmente prodigato perché si potesse trovare una soluzione alternativa che potesse essere maggiormente inclusiva, anche per salvaguardare chi non si sarebbe sentito legittimamente rappresentato da Pellegrini.
A questo punto si comprende perché diventa soltanto pretestuoso coinvolgere nel dibattito politico realtà o movimenti ecclesiali, che Pellegrini strumentalizza esclusivamente per sfogare come sua abitudine la propria rabbia contro qualcuno o per trovare a tutti i costi un capro espiatorio che non esiste.
Proprio perché non sono mai esistite pregiudiziali nei confronti di Pellegrini, che da tutti è sempre stato ritenuto una risorsa fondamentale per il governo del paese, gli è stata offerta la possibilità di far parte ugualmente di un progetto con un ruolo da protagonista, così che avrebbe potuto dimostrare a chi nutre pregiudizi nei suoi confronti, ritenendolo un’estremista di destra o peggio ancora un nostalgico del fascismo, di saper scendere a compromessi pur di fare il bene di Venegono. Prendo atto del fatto che Riccardo Pellegrini abbia invece deciso di uscire di scena, e ci tengo a precisare che questa scelta è una scelta da lui assunta liberamente senza alcun tipo di costrizione o condizionamento da parte di nessuno – come lui invece tende a far credere per tentare di scaricare le responsabilità su altri – ed a questo punto intuisco che il ruolo gli era stato proposto non è stato gradito perché evidentemente nutriva esclusivamente l’ambizione di candidarsi a sindaco.
Questa è la politica, che piaccia o meno, e con queste regole unanimemente riconosciute della politica bisogna fare i conti. La politica è l’arte di saper mediare, di trovare soluzioni possibili, del compromesso con la realtà, e non perché non si vogliano accettare queste regole, ciò significhi che la politica sia sporca o, come la definisce Pellegrini, “marciume”.
Purtroppo il comportamento di Pellegrini è quello di chi si considera unico depositario del bene di Venegono, a tal punto da immedesimarsene e ritenersi assolutamente indispensabile per i propri cittadini.
Un grande uomo politico come don Luigi Sturzo ha sempre ammonito chi volesse fare politica dal pensare di ritenersi l’uomo indispensabile, perché da quel momento avrebbe commesso molti errori. In questi ultimi anni a Venegono abbiamo conosciuto troppe persone che si sono ritenute indispensabili per il proprio paese, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti, e dopo questa vicenda Riccardo Pellegrini diventa suo malgrado solo l’ultimo di questa lunga serie.
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