Pornomassaggiatore, 14 anni di reclusione e risarcimenti milionari

A tanto ammontano le richieste dell'accusa e delle parti civili nei confronti di Roberto Benatti, accusato di aver violentato nel sonno oltre 150 persone che credevano di andare dal fisioterapista per guarire dai loro acciacchi

Quattordici anni di reclusione e una richiesta di risarcimento milionaria per Roberto Benatti. Sono queste le richieste formulate questa mattina, mercoledì, dall’accusa e dalle parti civili nel processo al cosiddetto "pornomassaggiatore", il falso fisioterapista con studi a Gallarate e Belluno che è accusato di aver violentato qualcosa come 150 persone nel sonno che si sono affidate alle sue "cure". Il processo davanti alla collegio giudicante del Tribunale di Busto Arsizio sta ormai giungendo alle battute finali ed è toccato al pubblico ministero Raffaella Zappatini ripercorrere ciò che è emerso dalle indagini e dal dibattimento. Il prossimo 24 aprile toccherà alla difesa, rappresentata dall’avvocato Alberto Talamone, oggi assente per motivi di salute.

La vicenda è stata ripercorsa in tutte le sue fasi in una requisitoria di oltre un’ora e mezza nella quale il pm ha sottolineato i molti aspetti terribili che sono emersi, soprattutto per le vittime che hanno dovuto testimoniare e ricordare qualcosa che avrebbero preferito dimenticare completamente. La Zappatini ha citato alcuni casi di violenza particolarmente truci e, soprattutto, il caso del paziente che non si è addormentato del tutto e che ha scoperchiato il pozzo senza fondo della preversione del Benatti.

Il pm ha chiesto 10 anni di reclusione per le violenze sessuali e 4 anni per i reati di truffa, esercizio abusivo della professione e trasporto di sostanze stupefacenti. Una pena ridotta che ha tenuto conto della relazione del professor Giuseppe Armocida il quale ha ritenuto, nella sua consulenza, che il Benatti fosser parzialmente incapace di intendere e di volere a causa di una grave forma di "parafilia", un disturbo del comporamento che lo stesso Armocida aveva ricondotto alla violenza sessuale che il "pornomassaggiatore" ha raccontato di aver subito in tenera età. 

Le circa venti parti civili, però, hanno contestato quella che alcuni di loro hanno definito una pena troppo bassa e poco esemplare. Alcuni dei difensori, infatti, oltre a richiedere cifre che vanno dai 70 mila ai 200 mila euro a vittima, hanno sostenuto di non credere alla presunta parziale incapacità di intendere e di volere in quanto il Benatti – appena uscito di prigione per la scadenza dei termini di custodia cautelare – è fuggito a Santo Domingo dove si suppone viva tutt’oggi e ha venduto le sue proprietà pochi giorni prima dell’ammissione delle parti civili, facendo sparire anche i possibili beni da aggredire per ristorare le vittime. Per questo alcuni hanno chiesto che il tribunale non tenesse conto della consulenza del dottor Armocida in modo sda dare almeno una soddisfazione morale alle vittime che non potranno ottenere – con tutta probabilità – alcun risarcimento economico.

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Pubblicato il 27 Marzo 2013
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