Cina: H7N9 diventerà pandemia?

C'è un contagio di cui i giornali cominciano a interessarsi: è un contagio virale e avviene dall'altra parte del mondo. un virus appartenente al grande gruppo di virus che normalmente si trasmette solo tra uccelli. Di Nicoletta Montanini

C’è un contagio di cui i giornali cominciano a interessarsi: è un contagio virale e avviene dall’altra parte del mondo.  Il protagonista del contagio di cui scrivono giornali cinesi è il Cinese H7N9. È un virus appartenente al grande gruppo di virus che normalmente si trasmette solo tra uccelli.
Ultimamente però si sono verificati casi di contagio, cioè di trasmissione, del virus all’uomo. E’ dalla fine di marzo 2013 la notizia di un certo numero di infezioni di un nuovo virus negli uomini. La maggior parte dei casi provengono dalla parte orientale della Cina, soprattutto nella regione del delta del fiume Yangtze. Le segnalazioni di contagio tra animale e uomo sono ad oggi poche decine di casi, ma il Cinese H7N9, ha già provocato 10 morti tra gli umani.
Le autorità sanitarie, forestali e dell’agricoltura hanno allertato le province coinvolte affinchè intensifichino gli sforzi per circoscrivere e debellare l’epidemia di H7N9 negli animali. Diversi mercati di pollame, che in Cina vendono normalmente l’animale vivo, sono stati chiusi. In alcune città i vigili sono stati convertiti in acchiappa-polli e in altre si stanno vaccinando decine di migliaia di piccioni.

Perché tanto interesse? O preoccupazione?
Per capire un po’ meglio la questione bisogna risalire alla metà del 2011.  Dopo le numerose infezioni e decessi causati da un altro virus aviario, l’H5N1, due gruppi di scienziati, un team olandese e uno americano, furono in grado di modificare quel virus tramite mutazioni indotte in laboratorio e di ottenere una varietà molto più pericolose per la specie umana. Gli scienziati presentarono i risultati dei loro esperimenti commentandoli come ‘non proprio belle notizie’. Dai risultati, infatti, era evidente che solo cinque mutazioni erano sufficienti a rendere il virus direttamente trasmettibile da furetto a furetto (un mammifero carnivoro che possiede un sistema respiratorio molto simile a quello umano) , ad aumentare la resistenza del virus ai farmaci antivirali noti, mantenendo tuttavia il medesimo grado di mortalità circa 50%. A quel punto il governo americano chiese e ottenne dalle più importanti riviste scientifiche mondiali che le ricerche dei team venissero pubblicate solo parzialmente, cioè omettendo gran parte del metodo e rendendo noti solo i risultati. In seguito, per ragioni di sicurezza, le ricerche furono interrotte e contemporaneamente le comunità scientifica e delle comunicazioni iniziarono un approfondito dibattito sulla opportunità di porre un limite alla trasparenza e libera circolazione dei dati, anche in casi altamente rischiosi. Discussione che non avrà mai una risposta completamente condivisa. In ogni caso, le ricerche dei team vennero chiuse a tempo indeterminato.

Ora torniamo a questi giorni e al Cinese H7N9.
Le particelle virali provenienti dai primi tre casi di infezione umana sono state isolate nei laboratori del Centro Nazionale Influenza di Pechino in contatto con l’ Organizzazione Mondiale della Sanità. Sono state poi identificate le sequenze del loro materiale genico e sono state pubblicate in una banca dati on-line. Ora i ricercatori stanno compiendo le loro analisi.
La domanda è inquietante: sta accadendo in modo naturale all’ H7N9 quello che gli scienziati hanno realizzato in laboratorio con l’H5N1?

Bernhard Ruf, responsabile medico a Lipsia ed esperto virologo tedesco è ottimista e dichiara:
“Non vedo alcun motivo di panico. Per poter innescare una epidemia o pandemia, il virus deve essere contagioso da persona a persona. Devono avere alcune proteine sulla loro superficie, con cui si possono ancorare alle cellule del tratto respiratorio superiore di esseri umani. Se la persona infetta tossisce o starnutisce, miliardi di questi virus attraverso l’aria infettano la persona accanto. Avanti così nel giro di pochi giorni migliaia di persone vengono infettate. Al virus H7N9 mancano queste proteine di ancoraggio. È possibile che il virus si impianti solo in profondità nei polmoni. In questo modo però non viene tossito così facilmente e pertanto non può essere trasferito ad altre persone.”
La rivista NewScientist oggi invece titolava: ”Al virus cinese mancano due mutazioni per diventare pandemico”. Due risposte, due prospettive ad oggi non valutabili. 

Redazione VareseNews
redazione@varesenews.it

Noi della redazione di VareseNews crediamo che una buona informazione contribuisca a migliorare la vita di tutti. Ogni giorno lavoriamo cercando di stimolare curiosità e spirito critico.

Pubblicato il 13 Aprile 2013
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.