Il laser per risolvere l’ipertrofia prostatica benigna

Nel reparto diretto dal dottor Marconi, una tecnologia all'avanguardia viene utilizzata per curare una delle patologie più diffuse

Il trattamento dell’ipertrofia prostatica benigna è uno degli interventi più diffusi in assoluto, forse secondo solo a quello per la cataratta. Tale patologia colpisce infatti gli uomini in una percentuale pari al 50% dopo i 50 anni aumentando fino al 90% dopo i 90 anni, creando disagi che incidono in maniera importante sulla qualità della vita e che spesso risultano invalidanti.

Nell’Unità operativa Urologia dell’Ospedale di Circolo, diretta dal dott. Alberto Marconi, da
quasi un anno è possibile ricorrere ad un trattamento particolarmente innovativo per questo tipo
di problema. Si tratta dell’utilizzo del laser Tullio, una tecnologia nuova che si sta diffondendo
rapidamente anche in Italia per i significativi vantaggi che offre, sia ai pazienti che agli operatori.
«Attualmente, in Italia – spiega il dott. Marconi – non sono più di cinque o sei i centri che lo stanno
utilizzando, ma è ormai chiaro che questa tecnologia è il futuro per molta parte dell’attività di
urologia».
 
Applicazione principale del laser Tullio è il trattamento dell’ipertrofia prostatica benigna. «Grazie a
questa tecnologia, – spiega – la quasi totalità dei pazienti con ipertrofia prostatica benigna può essere trattata per via endoscopica, riducendo così al minimo il grado di invasività e, di conseguenza, la degenza, che scende dai tre giorni previsti per il trattamento tradizionale, ad un solo giorno. Con il laser Tullio viene inoltre ridotto, se non azzerato del tutto, il sanguinamento, sia durante che dopo l’intervento, permettendo di trattare così anche pazienti con problemi di coagulazione e i testimoni di Geova, senza rischio di dover ricorrere a trasfusioni. Inoltre con questo innovativo trattamento si riduce ad un solo giorno la cateterizzazione del paziente, una pratica fastidiosa e spesso dolorosa oltre che particolarmente impegnativa da gestire da parte del personale infermieristico (con le tecniche sino ad oggi utilizzate si mantiene il catetere in sede sino a 3-4 giorni)».
 
Dal giugno 2011, quando all’Ospedale di Circolo è stato eseguito il primo trattamento con il laser
Tullio, sono stati eseguiti settanta interventi di enucleazione dell’adenoma prostatico con laser
(Thulep) e, al momento, i pazienti che beneficiano di questo trattamento sono circa il 40% del
totale dei casi di ipertrofia prostatica benigna. «E’ nostra intenzione procedere in questa direzione
– conclude il dott. Marconi – affinché, in breve tempo, si possa giungere ad applicare il trattamento
con laser Tullio alla quasi totalità dei pazienti, lasciando il trattamento chirurgico tradizionale ai soli
casi in cui le dimensioni eccezionali dell’ipertrofia non permettono altre vie».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 16 Aprile 2013
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