Stasi: “La Regione anticipi i fondi per gli ammortizzatori sociali”
I dati Inps di marzo confermano un quadro negativo per la provincia di Varese: le ore di cassa integrazione autorizzate aumentano del 31,51% , raddoppiata la cassa straordinaria (+95,94%). La Cgil di Varese al Pirellone
Una delegazione della Cgil di Varese sarà domani, martedì 16 aprile, alle 10 davanti al Palazzo della Regione a Milano al presidio unitario di Cgil, Cisl e Uil Lombardia per chiedere ulteriori risorse per gli ammortizzatori sociali.
La manifestazione, in contemporanea a quella nazionale di Roma davanti a Montecitorio, intende ancora una volta sollecitare l’attenzione del governo sulla grave situazione dell’occupazione, esortando lo stanziamento di ulteriori risorse. In particolare, Cgil, Cisl e Uil Lombardia chiedono entro aprile il finaziamento necessario ad autorizzare tutte le domande di cassa in deroga e mobilità già presentate. A Regione Lombardia, inoltre, i sindacati chiedono di mettere a punto un piano starordinario di interventi per il rilancio dello sviluppo e degli investimenti, finalizzato anche alla creazione di nuovi posti di lavoro.
«È un allarme che abbiamo lanciato da tempo – ricorda Franco Stasi (foto), segretario generale della Camera del Lavoro di Varese – e che è rimasto irresponsabilmente inascoltato. In questi cinque anni di crisi abbiamo perso il 25% del tessuto produttivo, abbiamo il crollo del manifatturiero di oltre il 20%, registriamo l’aumento della disoccupazione e la riduzione del tasso di attività, oltre al crollo dei consumi e delle attività commerciali. Il 2013 sarà l’anno più duro della crisi economica internazionale. Se non si attuano velocemente misure di contrasto, la crisi economica e industriale italiana diverrà esplosiva. La coesione sociale in parte ha tenuto grazie agli ammortizzatori sociali, che almeno formalmente hanno garantito il posto di lavoro e hanno posto un argine alla progressiva riduzione del nostro tessuto produttivo. È dunque indispensabile che Regione Lombardia assicuri un iter autorizzativo rapido e capace di rispondere alle esigenze di lavoratori e imprese, anche anticipando con propri fondi i trattamenti; che vengano poi rapidamente varate misure di garanzia per permettere ai lavoratori in difficoltà di ottenere anticipazioni della indennità di cassa dalle banche e che vengano rimossi tutti gli ostacoli burocratici messi in atto da Ministero e Inps che ritardano i pagamenti e il riconoscimento degli ammortizzatori».
I dati Inps di marzo confermano un quadro più che allarmante anche per la provincia di Varese: le ore autorizzate di CIG raggiungono quota 10.904.276, con un incremento del 31,51% rispetto al primo trimestre 2012, e l’incidenza dei lavoratori in cassa equivale oramai a oltre l’8% (8,3) della popolazione attiva. Le ore di cassa integrazione raddoppiano quasi per quanto riguarda la cassa straordinaria (+95,94%), mentre la riduzione delle ore di cassa in deroga (-52,37%) conferma lo stallo nelle procedure di autorizzazione (i dati INPS riferiscono solo delle ore effettivamente autorizzate), rallentamento causato appunto sia dai gravi problemi di copertura finanziaria, sia dalla forte contrazione della base produttiva, alla quale corrisponde un incremento drammatico dell’indennità di disoccupazione e conseguentemente del tasso di disoccupazione. E’ dunque indispensabile mantenere il sostegno e la copertura economica della cassa in deroga, le cui richieste nei primi tre mesi coinvolgono soltanto a Varese 157 aziende (autorizzazioni validate dalla sottocommissione provinciale) e quasi un migliaio di lavoratori.
I licenziamenti. Anche se apparentemente i licenziamenti regolati per legge, cioè indennità di mobilità 223/91 e indennità di disoccupazione 236/93, tra il periodo gennaio-marzo 2013 e quello gennaio-marzo 2012, diminuiscono del 26,75%, ciò è dovuto esclusivamente al fatto che l’indennità di disoccupazione è stata sostituita dall’ASPI. Infatti, rimane in aumento il ricorso alla 223/91 (lavoratori licenziati in aziende che occupano più di 15 dipendenti) (+80,9%, 720 licenziamenti), mentre la riduzione del ricorso alla 236/939 (lavoratori licenziati in aziende che occupano fino a 15 dipendenti) è apparente, dal momento che siamo in presenza di una modifica strutturale del sistema di rilevazione e dell’intervento di sostegno.
In sostanza, non essendoci risorse finanziarie, l’iter per la procedura di mobilità derivante dalla legge 236/93 è sopseso.
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