Giovani Comunisti: “Antifascismo come valore fondante della nostra Repubblica”

Dichiarazione di Leonardo Balzarini, Coordinatore Provinciale di GC dopo la questione della cittadinanza onoraria a Mussolini

Riceviamo e pubblichiamo

La mattina del 6 Giugno 2013 il consiglio comunale di Varese ha respinto la mozione del consigliere Luca Conte (PD), mozione appoggiata anche da SEL e M5S, che chiedeva la revoca della cittadinanza onoraria concessa a Mussolini nel 1924 dal Consiglio Comunale fascista. La maggioranza di centrodestra (PdL e Lega Nord), incapace di esprimere una posizione chiaramente antifascista, ha lasciato libertà di voto ai propri consiglieri i quali, compresi i capigruppo, hanno in gran parte votato contro, respingendo la mozione con 16 voti contro 11.
Questo risultato ha fatto infuriare l’ANPI, soddisfatti invece i militanti di Fiamma Tricolore presenti in Consiglio Comunale.
Nei giorni scorsi si sono susseguiti vari interventi, tra cui quello di Ignazio La Russa (ex MSI), nel tentativo di fornire giustificazione alla vergognosa scelta (tutta politica) del centrodestra varesino. Le motivazioni addotte da costoro sono state tra le più varie, abbiamo avuto anche ridicole rivendicazioni campaniliste legate al fatto che Mussolini scelse Varese come Capoluogo di Provincia al posto di Busto Arsizio (1927, come sostenuto dall’assessore Clerici) e ne promosse lo sviluppo urbanistico; come se la cura del decoro urbano di una città potessero cambiare il giudizio storico sulla persona simbolo di un regime che ha abolito le libertà, istituito le leggi razziali, perseguitato gli oppositori e trascinato l’Italia in una guerra disastrosa al fianco del nazismo tedesco e dell’imperialismo giapponese.
Altrettanto risibile la motivazione (sostenuta anche dal ministro La Russa e, di nuovo, dall’assessore Clerici) che una giunta si debba occupare solo di esigenze che riguardino l’amministrazione della città: se questo poteva giustificare il fatto che la giunta non avesse sollevato il problema in precedenza di certo non giustifica il “malcelato intento reazionario”, per dirla con le parole del presidente dell’ANPI Angelo Chiesa, che emerge dalla scelta di PdL e Lega Nord (ma anche dell’UDC, che si astiene) di non assumere una posizione comune chiara ed antifascista.
D’altronde, in provincia di Varese, PdL e Lega Nord non sono nuovi a iniziative di stampo revisionista, come il masso dedicato al gerarca fascista Giovanni Gentile o la scelta dell’amministrazione di centrodestra di Sesto Calende di non costituirsi parte civile nel processo per la strage nazifascista di Borgo Ticino; tutto questo sulla scia delle prese di posizione del centrodestra a livello nazionale, che tenta una disgustosa equiparazione tra i partigiani che combatterono per la libertà ed i repubblichini asserviti all’oppressore nazista.
I Giovani Comunisti di Varese ritengono che da tutto questo emergano due fatti politici molto importanti: da un lato abbiamo un centrodestra revisionista che non solo non si dichiara antifascista, ma si pone in vicinanza con ambienti di estrema destra, in totale spregio dei valori costituzionali; dall’altro i gravissimi fatti avvenuti pochi giorni fa in Francia e in Italia, con l’ omicidio del giovane antifascista francese Clement Maric e l’aggressione ai 99 Posse a Velletri, ci ricordano come ancora oggi avvengano aggressioni ed omicidi di stampo fascista.
Davanti a fatti di questa gravità i Giovani Comunisti di Varese auspicano e lavoreranno per l’unità di tutte le forze democratiche ed antifasciste della nostra provincia, in modo che sappiano contrapporsi e bloccare sul nascere qualsiasi tentativo di revisionismo e revanscismo.

Leonardo Balzarini, Coordinatore Provinciale dei Giovani Comunisti

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 09 Giugno 2013
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