Nicoletti: “Una delle pagine più brutte della storia del Consiglio Comunale”
Il consigliere di Movimento libero sulla seduta dedicata alla cittadinanza di Mussolini: «Penso che dovrebbero scusarsi tutti i consiglierei comunali»
Riceviamo e pubblichiamo
Una delle pagine più brutte della storia del Consiglio Comunale di Varese. Mi scuso, nella mia qualità di amministratore locale, con tutti i nostri concittadini per la pessima figura che abbiamo fatto. Penso che dovrebbero scusarsi tutti i consiglierei comunali. Quasi nessuno, e ribadisco nessuno, sentiva l’esigenza di trattare la richiesta di revoca della cittadinanza onoraria a Mussolini in questo momento, in cui serve unire anziché scavare solchi. Alla fine ogni consigliere comunale ha votato in piena libertà, motivando liberamente la sua scelta senza scadere, almeno nella maggior parte dei casi, nella pura propaganda o difesa ideologica. Ognuno è libero di pensarla diversamente, ma alla fine in democrazia si dovrebbe accettare la decisione di un Consiglio Comunale democraticamente eletto che ha discusso e votato sull’argomento, anche se la decisone non dovesse piacere. Incredibile, poi, l’atteggiamento di parte del pubblico, che come le peggiori tifoserie hanno dato un pessimo spettacolo proprio alla fine della seduta. Mi piacerebbe, però, ricordare che nel giorno in cui è andata in scena questa inutile “zuffa ideologica”, lo stesso Consiglio Comunale, le stesse persone, ha approvato quasi all’unanimità (29 favorevoli e due soli astenuti) la nostra proposta di sostegno a indigenti e piccolissime attività in difficoltà. In pratica si tratta di stipulare una convenzione con una banca, la quale darebbe questi prestiti alle persone indigenti e alle piccolissime attività in difficoltà, tenendo a garanzia capitale finanziario messo a disposizione dal comune(pensiamo a circa 100.000 euro). Le banche chiedono garanzie per poter erogare prestiti a soggetti indigenti o in difficoltà che, nella maggioranza dei casi, non avrebbero le garanzie richieste. Tra l’altro la banca dovrà erogare per un moltiplicatore dell’importo messo a garanzia. E’ lo stesso meccanismo che hanno in essere i consorzi fidi delle associazioni di artigiani e commercianti, solo che, in questo caso, il capitale di garanzia sarebbe pubblico e la commissione di assegnazione dei contributi dovrebbe essere creata all’interno dell’ente.
Un esempio di politica responsabile, seria e concreta, portata avanti in modo condiviso, distante anni luce dalla pessima figura collezionata nella stessa serata sul “caso Mussolini”.
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