“Laura, la cultura e l’arte come servizi di serie A”
Mario Ferrari è il Direttore di Pandemonium Teatro, ricorda la passione con cui Laura Prati ha saputo nel tempo costruire l'offerta culturale a Cardano
Mario Ferrari, Direttore di Pandemonium Teatro, ricorda la passione con cui Laura Prati ha saputo nel tempo costruire l’offerta culturale a Cardano: un impegno che è stata parte importante del lavoro come amministratrice di un centro piccolo (solo da poco elevato al rango di città) ma vivace anche dal punto di vista della cultura
Quando amministrare la cosa pubblica è sintesi di responsabilità, visione, misura
e la Cultura, l’Arte, l’Educazione sono servizi di serie A
Ci avevo messo quasi dieci anni per riuscire a chiamarla assessora. Mi stavo allenando da un anno a chiamarla sindaca. Sono un po’ all’antica, vado lento su certe cose. Ora non avrò più il tempo per riuscirci.
Quando ieri, a metà giornata, ci ha raggiunto in ufficio la notizia della sua morte è stato come se avessimo perso una carissima amica. Eppure, in tanti anni di frequentazione, non c’è mai stato un gesto fra noi che non fosse di sobria relazione professionale, ispirata alle regole del rispetto istituzionale del suo ruolo.
Ci siamo dati sempre del lei, eppure la declinazione in terza persona singolare non introduceva mai distanza, freddezza. Anzi, le tante cose che abbiamo fatto grazie alla sua disponibilità, sono state possibili perché rapidamente si costruì un dizionario che conteneva le parole giuste perché ci si intendesse al volo, ci si appassionasse ad una idea inedita, si leggesse con soddisfazione un consuntivo che restituiva brillanti risultati. Insomma, era sempre della partita, la giocava insieme a noi, operatori più esposti sul campo su mandato dell’Amministrazione, viveva, trepidava per l’attesa della riuscita di una nuova creatura.
C’era quella cosa che appare come un ossimoro, una cosa impossibile, fatta di parole che negano se stesse: empatia istituzionale.
Possibile? possibile che una cosa all’apparenza molto tecnica e amministrativa come definire una delibera per attività e iniziative, potesse invece assumere un valore di profonda umanità, calata nel nucleo delle relazioni fra persone? E, nel nostro caso, fra persone “particolari”: i bambini, gli adolescenti, le famiglie, i docenti. Quel pezzo di umanità dove si gioca anche la pratica dell’incontro e della condivisione fra generazioni diverse, sempre più distanti, ottusamente allontanate dalla costante messa in mostra di modelli di vita sociale aridi, individualistici, egoistici. Difendere l’unicità della persona passa anche dal riuscire a vederla immersa in una Comunità, articolata, plurale.
Una grande fatica, gestire la cosa pubblica cercando la sintesi e alimentando l’empatia istituzionale fra Cittadini e Amministrazione ma anche, e soprattutto, fra Cittadini e Cittadini.
Laura Prati sapeva che firmare una delibera non era un puro atto amministrativo ma gesto di pedagogia sociale. Si dava l’esempio, si tracciava una strada, si impostava un cantiere che avrebbe riguardato la vita dei cittadini. Mica roba da ragioneria e basta, con tutto il rispetto.
Nel Teatro per la famiglia e la scuola Laura Prati aveva intuito esservi gli ingredienti giusti per favorire anche buone pratiche di relazione. Il Teatro come arte, come formazione del gusto e del senso critico, come esercizio per riconoscere la bellezza e saperne trarre piacere, iniziando fin dai cittadini dai più piccoli. Certamente. Ma anche come luogo per esercitare una nuova cittadinanza, dove diritti e doveri si misurano costantemente nella ricerca del giusto e sano equilibrio.
Incredibile assessore alla cultura, Laura Prati, una che è riuscita, in anni durissimi per le risorse pubbliche, a “mettere in sicurezza” il sistema di offerta e servizi anziché comprimerli o massacrarli come è avvenuto e sta avvenendo in centinaia, migliaia di Comuni.
Ha lasciato alla sua gente cose belle e importanti, grazie anche all’intelligente comprensione dei suoi colleghi di Giunta di questi tanti anni. Così come ha lasciato una eredità ricca e impegnativa al suo giovane assessore, che in pochi mesi ho imparato a conoscere come persona attenta, curiosa, dinamica e generosa.
Che tristezza! che morte assurda! Una vita spezzata, affetti e amore finiti nel frullatore di una disumana mancanza di senso. Penso alla sua famiglia, in particolare alla figlia, che “ho visto crescere” a teatro, quando piccola piccola veniva la domenica con la mamma (che, partecipando a tutte gli appuntamenti provava il piacere del rapporto con l’arte, cittadina fra cittadini, meritandosi il suo posto comprato col biglietto -e guai a non farglielo pagare!- e al contempo monitorava l’andamento delle cose, la qualità dell’organizzazione, l’evoluzione degli umori collettivi).
Spesso si sente dire: prima i programmi e le idee, poi gli uomini (e le donne).
In realtà le idee, checché se ne dica, non sono giuste da sole. Come diceva qualcuno, camminano sulle gambe delle persone. Una bella e brava persona è già di per sé una promessa di buone idee e buoni programmi.
Sto ricevendo in queste ore tante telefonate di artisti e operatori teatrali italiani che sono stati ospitati nelle programmazioni culturali di Cardano al Campo. Quasi tutti non hanno avuto modo di conoscere personalmente la sindaca. Eppure non riescono a fare a meno di manifestare tristezza, disagio e riconoscenza.
Ecco, la riconoscenza, la gratitudine, sentimenti in via di estinzione che, tanto più in un momento tragico, devono tornare ad animare le parole e i gesti che ci scambiamo.
Laura Prati ci mancherà tantissimo.
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