La Lombardia è poco competitiva per colpa del sistema paese
L'intervento di Achille Colombo Clerici presidente di Assoedilizia. « In Italia gli investimenti diretti esteri sono crollati del 70% passando dai 34 miliardi del 2011 a 9,6 miliardi dell’anno scorso»
È la perdita di competitività della Lombardia-motore economico e sociale d’Italia ed una delle quattro regioni europee piu’ forti economicamente ( insieme al Rhone-Alpes, alla Catalogna ed al Baden Wurttemberg ) a far scalare di posto il nostro Paese nella classifica UE delle Regioni piu’ competitive del Continente. E la Lombardia perde competitivita’ penalizzata dalla disfunzione del sistema Italia: un cane che si morde la coda, dunque.
Se guardiamo a quelli che ritengo essere i 5 pilastri della competitivita’ a livello internazionale ( 2 a scala locale, l’ambiente – naturale, culturale e di offerta di servizi – e le infrastrutture, e 3 a scala nazionale, la burocrazia, il fisco, la giustizia ) possiamo constatare che la Lombardia ha perso terreno relativamente ai primi due – ricordiamo la scarsa attenzione al collegamento ferroviario svizzero AlpTransit, ma si tratta anche qui di una scelta nazionale – e l’Italia agli altri tre.
Risultato complessivo e’ che anche in Lombardia ( regione leader in Italia sotto tale profilo) abbiamo assistito, negli ultimi anni ad un calo verticale degli IDE ( Investimenti Diretti Esteri ), indicatore questo assai eloquente della attrattivita’/competitivita’ del territorio. (foto: Achille Colombo Clerici)
Infatti il report della conferenza dell’Onu per il commercio e lo sviluppo-Unctad 2013 ha fotografato la situazione dell’Italia dove il flusso di IDE in entrata è crollato del 70% passando dai 34 miliardi del 2011 a 9,6 miliardi dell’anno scorso.
Ebbene, da noi la quota degli IDE, gia’ prima di tale brusco calo, era ancora molto lontana dallo standard europeo. Era pari cioe’ allo 0,8-0,9 % del PIL ; un terzo degli investimenti esteri in Francia, Germania e Regno Unito ed un quinto di quelli fatti in Olanda.
Sulla base della provenienza geografica, oltre il 90% di tali flussi origina dall’UE27 Circa i settori, il 42% dei flussi di investimenti diretti esteri è destinato al manifatturiero, il 39% ai servizi, il 5,3% alle costruzioni.
Lo stock degli investimenti detenuti in Italia al 2012 è di circa 276 miliardi di euro.
La ripartizione settoriale vede la forte prevalenza dei servizi (65%). Dal punto di vista geografico, oltre il 90% dello stock in Italia è detenuto da paesi dell’UE27 e, per ovvi motivi, prevalentemente dal Lussemburgo (19%), seguito dalla Francia (18,5%). I primi paesi non UE sono la Svizzera (4,3%) e gli Stati Uniti (1,2%). Ricordiamo che da un apposito studio redatto da Siemens-Ambrosetti risulta che per ogni euro di Investimento Diretto Estero investito nel nostro Paese si genera un Pil aggiuntivo di 4,9 euro.
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
Paolo Cottini su Colle di Biumo, il 5 gennaio la conferenza di VAS a Varese per decidere il futuro dell'area
angelo_spiteri su Il Comitato varesino per la Palestina torna in piazza: "Non ci fermiamo nemmeno a Natale"
axelzzz85 su I sindacati dei frontalieri contro il decreto sulla tassa della salute: “Andremo alla Consulta”
robertolonate su Il Natale che non si vede
robertolonate su Il Natale che non si vede
Alessandro Zanzi su A Varese Confcommercio chiede la sospensione dei lavori della ciclabile in viale Belforte, il Comune fissa un sopralluogo






Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.