“Troppi lavoratori interinali”. In centinaia fuori dai cancelli all’Aermacchi

Sciopero dei dipendenti dell’azienda aeronautica di Venegono: “Vogliamo delle risposte dai vertici: il lavoro c’è, perchè non valorizzare professionalità del territorio senza prenderli all’estero?”

«Il lavoro c’è ma l’azienda non ci risponde e noi vogliamo sapere perchè si debba prendere dei lavoratori interinali persino dalla Romania, quando abbiamo delle ottime competenze dal territorio». Ruggero Conti fa parte del coordinamento Rsu Alenia Aermacchi, insieme a Giorgio Zito, Parise Cristian e Salvatore Manduca. Rappresentano le centinaia di lavoratori dell’azienda di Venegono Inferiore che venerdì mattina hanno aderito allo sciopero fuori dai cancelli dello stabilimento. Un’ora di protesta a cui hanno partecipato sia i lavoratori turnisti che i giornalieri, arrivando al 90 per cento dei dipendenti. Protesta durante la quale, per scelta, non è stato urlato nessuno slogan, non è stata esposta alcuna bandiera sindacale. Una rivendicazione silenziosa nel parcheggio antistante la sede dell’Aermacchi. Alle 9 i lavoratori hanno cessato il presidio e sono entrati a lavorare, come da programma.

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«Le risposte da parte dei vertici aziendali stanno tardando ad arrivare – spiega Conti a nome del coordinamento Rsu -. Siamo qui per sensibilizzare la gente sul probelma dei lavoratori somministrati in azienda. In una situazione nazionale dove abbiamo una disoccupazione in crescita è molto discutibile scegliere di prendere il personale all’estero per svolgere del lavoro per cui abbiamo ottime competenze sul territorio. Soprattutto se si considera che poi, questi lavoratori rumeni che sono stati presi dall’azienda tramite un’agenzia interinale apposita, hanno spesso bisogno di un traduttore, con relativi rallentamenti sul lavoro. Prendere dei lavoratori dall’estero è sicuramente una scelta aziendale, ma alquanto discutibile».

La situazione riguarda 80 dipendenti interinali di origine straniera, in un’azienda che dà lavoro sul territorio a circa 2mila persone. «In una situazione nazionale come quella italiana in cui la flessibilità sul lavoro è in cresciuta – prosegue Conti -, si darebbe una boccata di ossigeno a molte famiglie. L’azienda va bene, il lavoro c’è. Vorremmo sensibilizzare la dirigenza su questo tema». Della stessa opinione anche Graziano Resteghini della Film-Cisl: «Assumere dei giovani di questo territorio vorrebbe dire dare continuità anche all’occupazione in fabbrica, in uno dei pochi settori che trainano. Qui abbiamo un grande problema di organizzazione del lavoro e di interlocuzione. L’entrata nel gruppo Alenia per noi ha voluto dire mettere in discussione molte situazioni con un impatto burocratico eccessivo. E lo stiamo vedendo in questi giorni».
Intorno alle 9 i lavoratori dell’azienda sono rientrati nei cancelli, ma non senza prima dare un avvertimento alla proprietà: «Aspetteremo ancora qualche giorno per avere delle risposte – conclude Conti -. ma se non dovessero arrivare non escludiamo di programmare altri scioperi, anche più lunghi».
«Siamo molto contenti di come è riuscita l’iniziativa – commenta Savino Tesoro della Fiom Cgil . È nata quasi spontaneamente dai lavoratori, come coordinamento delle rsu per discutere con l’azienda di temi fondamentali, come quelli dei carichi di lavoro. È ormai evidente che c’è una carenza di personale e dobbiamo far presente che da un anno a questa parte in azienda si sta vivendo un clima non sereno, mentre ci sarebbero tutte le condizioni per andare nella direzione opposta, perché qui c’è lavoro e di qualità, ma ricercare persone esterne e per di più straniere per lavorazioni così delicate, non aiuta».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 20 Settembre 2013
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