Commemorazione del partigiano legnanese Venegoni
La cerimonia si è svolta domenica 27 ottobre in occasione del sessantanovesimo anniversario dell'uccisione del partigiano e ha ricordato anche le scritte contro la sede di via Menotti
Questa mattina, domenica 27 ottobre, a Cassano Magnago si è svolta la commemorazione del sessantanovesimo anniversario dell’uccisione di Mauro Venegoni, l’operaio legnanese nato nel 1903 ed ucciso dai fascisti dopo atroci torture per la sua attività partigiana.
La manifestazione, organizzata dai comuni di Cassano, Legnano e Busto Arsizio, si è svolta di fronte al cippo in sua memoria di via Bonicalza, lì dove il trentun ottobre del 1944 i suoi aguzzini abbandonarono il corpo.
Il presidente della sezione legnanese dell’Anpi Luigi Botta ha ricordato nel suo intervento l’attacco alla sede, intitolata proprio a Venegoni, da parte di ignoti occorso la scorsa settimana. Venerdì la sede di via Menotti è stata infatti oggetto del lancio di due molotov e sfregiata dalla scritta “partigiani boia”. «Bisogna riflettere sulla nostra storia- ha dichiarato dal palco Botta- e riproporre alle nuove generazione gli esempi che hanno dato uomini come Mauro».
Il presidente dell’Anpi di Legnano è dovuto poi intervenire al termine del discorso di Nicola Poliseno, sindaco di Cassano e rappresentante dei molti comuni presenti, quando dalla folla si è mosso un grido polemico. Decisamente fuori contesto visto che dal palco il primo cittadino di Cassano aveva parlato di come il sacrificio di Venegoni fosse improntato alla libertà e alla lotta per un Paese democratico.
«Mauro- ha spiegato Poliseno- nelle torture che ha subito è stato accecato. Ma i veri ciechi erano i suoi assassini che non potevano vedere oltre la loro ideologia. Se l’Italia è un Paese migliore è dovuto a quanto fatto da straordinari uomini come Venegoni».
Conclusa la commemorazione sono stati deposti dei fiori sul monumento che ricorda la figura del patriota onorato a Legnano nel 1972 con la medaglia d’oro al valor militare perchè tra i primi a costituire le formazioni partigiane nella sua zona partecipando con esse per oltre un anno a numerosi combattimenti sempre distinguendosi per capacità e coraggio. Catturato, veniva sottoposto alle più atroci torture ma nulla rivelava che potesse tradire i commilitoni e la Resistenza.
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