Fontana superstar, ma la Lega si è spenta

La giunta giustifica i problemi con le casse vuote. Cresce la popolarità del sindaco, mentre la politica e i partiti sembrano non avere più alcun obiettivo

Si tira avanti, ma senza politica. Mancano i soldi per fare le opere pubbliche, mancano i soldi per tappare i buchi delle strade, mancano i soldi per ristrutturare i palazzi. «E’ tutta colpa dei tagli del governo». Già, ma con l’idea che la politica comunale non possa più fare nulla perché le casse sono vuote, il consiglio e la giunta tirano avanti, mantenendo una ferma maggioranza politica, ma senza slanci 


GIRO DI BOA
Ieri sera il consiglio comunale (foto, sezione leghista)
ha ratificato una serie di variazioni di bilancio con risultato scontato e l’adesione 
all’agenzia dei trasporti che ci lega alle province pedemontane, ma poco altro. Non era le sera giusta, ovviamente, e il dibattito sul pgt, il piatto forte dei prossimi mesi, inizia tra poco in commissione e approda a novembre in aula. La giunta comunale di Varese guidata dal sindaco leghista Attilio Fontana, sostenuta da Lega e Pdl, si appresta al giro di boa dei due anni e mezzo a novembre, caratterizzandosi come una sopravvissuta al ventennio forzaleghista in Lombardia. Attilio Fontana è l’unico sindaco “verde” rimasto in regione in un capoluogo, e nonostante il governo cittadino sia un po’ in ritardo nei suoi obiettivi strategici.

IL PERSONAGGIO FONTANA
L
a figura del sindaco è diventata sempre più prestigiosa a livello nazionale. Il leghista gentile, il leghista borghese, il sindaco che lotta contro i tagli dello stato. Merito della sua ottima eloquenza, la 

buona educazione, un certo fiuto per le interviste fatte bene, oltre a una serie di rapporti che travalicano il mondo leghista (i sindaci Fassino e Chiamparino, il ministro ex capo dell’Anci Delrio). Tuttavia in chiave futura è proprio questo il punto: Attilio Fontana è una star della politica, ma la Lega Nord è spenta e il Pdl è congelato tra chi chiede la cittadinanza onoraria a Berlusconi e chi sogna la nuova Dc. Nei corridoi di Palazzo Estense da sempre si vocifera che Fontana non resterà al suo posto sino a fine mandato, ma sono solo supposizioni. L’anno prossimo ci sono le elezioni europee, e Fontana potrebbe correre senza problemi, ma dovrebbe rinunciare a Palazzo Estense. La Lega secondo i sondaggi delle politiche nazionali sarebbe intorno al 4% ma rischia grosso. Nonostante i proclami ufficiali di gioia per la possibile caduta del governo, Umberto Bossi, come ricorda oggi Max Lodi su La Provincia, avverte che non conviene a nessuno questa levata di scudi di Berlusconi. Alla Lega invece converrebbe forse far passare il tempo sia a livello nazionale che locale, poiché i risultati elettorali passati è meglio tenerseli stretti. A Varese bisognerà trovare prima o poi un sostituto all’era Fontana. Il sindaco, tra l’altro, zitto zitto spera ancora di portare a casa l’operazione dello chef Gualtiero Marchesi a Villa Mylius, e sarebbe per lui un colpaccio non da poco. Dal punto di vista politico, oggi, il primo cittadino mette d’accordo sia la militanza leghista che la borghesia cittadina, rassicura, ha amicizie influenti, ama la vita varesina di una volta, non si lancia in innovazioni sgradite, non chiude la porta a nessuno. Veleggia. La Lega Nord invece non ha più alcun obiettivo politico in città: Varese non è la capitale del federalismo, non c’è traccia di politiche federali sulla macroregione, a parte qualche convegno sull’insubrismo. Ieri sera Fontana ha preso la parola sui tagli al bilancio e ha, in sostanza, chiesto una moratoria della lotta politica all’opposizione, dato che le casse vuote non sono né di destra né di sinistra. Se ci riesce, si toglie di dosso ogni problema. Lo ha fatto anche perché il capogruppo di Sel Rocco Cordì aveva cercato, nei giorni scorsi, di metterlo in difficoltà, spiegando che la giunta sta nascondendo sotto il tappeto dei tagli, il suo immobilismo. Fontana ha ovviamente negato e d’altronde è l’unica critica politica vera che gli viene mossa, dato che la grana del pgt (in ritardo di oltre un anno) è ricaduta tutta sull’assessore Fabio Binelli. Per il futuro, in sezione, scalpita l’assessore al commercio Sergio Ghiringhelli, che tra pochi giorni va in pensione dopo anni di lavoro all’ex Credito Varesino, dove è collega dell’onorevole del Pd Daniele Marantelli. In tanti lo provocano dicendo che sarà il prossimo candidato leghista, ma ci sarebbe anche il manager Beppe Bonomi, ex capo di Sea e Alitalia. Curiosamente, gli ex sindaci varesini del carroccio hanno fatto tutti una parabola discendente dopo Palazzo Estense. Fassa è andato a Bruxelles grazie a Bossi ma poi è sceso fino alla recente candidatura in una lista civica; Fumagalli è finito in tribunale per la nota vicenda delle ragazze straniere; Fontana invece potrebbe finire ministro. Ma di quale partito? 
 

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Pubblicato il 01 Ottobre 2013
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