Al “fresco” per cinque minuti: la cella è in centro città
Inaugurata l'installazione che sarà a Palazzo Marliani Cicogna fino all'1 dicembre. Ad accompagnare i visitatori ci saranno studenti del Liceo Crespi e boy scout
Sono diversi gli aspetti positivi del progetto messo in piedi a Busto Arsizio sul carcere, ma uno di quello più evidenti è sicuramente questo: tutto è nato dai ragazzi. Sono stati infatti gli studenti del Liceo Crespi a iniziare l’anno scorso un percorso di educazione alla legalità che li ha portati prima a fare degli incontri a scuola, poi una visita in carcere e infine a partecipare all’installazione di una cella finta in centro città. Saranno proprio loro, insieme ai quattro gruppo di boy scout, ad accompagnare i visitatori e "chiuderli" per cinque minuti in una cella di dimensioni reali: pochi metri quadrati, due letti a castello, un piccolissimo bagno utilizzato anche come "cucina". Con loro ci saranno anche un ex detenuto di Varese Roberto Cusumano e un detenuto di Busto Cabral Compasso che potrà partecipare grazie ai permessi. Sarà possibile visitarla fino all’1 dicembre in piazza Vittorio Emanuele.
L’iniziativa fa parte del percorso conclusivo del progetto "Non solo accoglienza" iniziato tre anni fa da Enaip Lombardia, Associazione Vol.Gi.Ter, Cooperativa Intrecci, Fondazione Exodus e realizzato grazie al finanziamento di Fondazione Cariplo. «L’idea è nata per sensibilizzare e informare diversamente sul tema del carcere – spiega Sergio Preite di Enaip e Agente di rete -. Tutto questo non é frutto di un’anima sola, ma delle tante che compongono il mondo del carcere». All’inaugurazione hanno partecipato infatti anche il sindaco di Busto Gigi Farioli, il presidente della commissione servizi sociali Mario Cislaghi, il direttore del carcere bustocco Orazio Sorrentini, la comandante degli agenti di Polizia penitenziaria Rossella Panaro, la presidente di Uepe (Ufficio esecuzione penale esterna), la direttrice del Crespi Cristina Boracchi, i rappresentanti di tutti gli enti coinvolti nel progetto, volontari del carcere e della Caritas.
«Troppo spesso -spiegano Ilenia Clasadonte e Caterina Scannapieco, studentesse del liceo – il carcere viene visto come qualcosa di estraneo e lontano. Il percorso fatto e soprattutto la visita all’istituto per noi sono stati illuminanti e per questo abbiamo deciso di trasmettere esperienza alla comunità di Busto Arsizio». Lo stesso spirito anima i ragazzi dei gruppi Agesci di Busto (Busto 1, Busto 3; Busto 5; Legnano 9). «"Lasciare il mondo migliore di come l’abbiamo trovato" per noi non sono solo parole – spiega Carlo Maria Cattaneo -. Partecipare a questa iniziativa è un modo di sentirci parte di questa città».
I visitatori dovranno prima passare dalla "matricola", farsi fotografare e lasciare i propri effetti personali. Poi saranno condotti nella cella e "chiusi dentro" per 5 minuti. «Pensiamo possa essere un’esperienza positiva – commentano Cusumano e Compasso fra una visita e l’altra – perché le persone all’esterno non si rendono conto di cosa voglia dire sopravvivere in carcere».
Intanto da oggi nascerà probabilmente un’altra iniziativa: Cislaghi proporrà infatti una seduta della commissione aperta a tutto il Consiglio comunale e i cittadini in cui verrà presentata anche la tesi di laura di Eleonora Turri dedicata alla sezione tossicodipendenti della casa circondariale di Busto. Un mondo, quello del carcere, con cui l’amministrazione sta già collaborando: un detenuto ha infatti lavorato per sei mesi in Comune e un altro inizierà al lavorarci grazie a un accordo con l’associazione Sol.Co.
L’installazione delle cella è solo uno dei due eventi organizzati per la conclusione del progetto. Venerdì mattina si è infatti svolto un convegno sul ruolo della partner nel percorso rieducativo delle persone detenute. In allegato il video realizzato da Mauro Colombo nella realtà bustocca.
Orari per visitare l’installazione:
Da venerdì 22 novembre a domenica 1 dicembre
Lu-Ve 9.30/16.30
Sa-Do: 10.30/17.30
Video
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