“Caso autovelox”, reintegrati in servizio i vigili di Casorate
La decisione del Tribunale del Riesame, che è entrato nel merito delle accuse mosse dalla Procura agli agenti: "Riconosciuto che si sono attenuti alle leggi"
I vigili di Casorate Sempione tornano al lavoro e vedono riconosciuta la correttezza dell’operato: è arrivata oggi, lunedì 4 novembre, la decisione del Tribunale del Riesame sul "caso autovelox". Il tribunale ha disposto la revoca dell’Ordinanza di interdizione a carico dei tre vigili ed è anche entrato in parte nel merito delle accuse mosse agli agenti: «Il Tribunale della libertà – ragiona Pietro Romano, legale degli agenti casoratesi (nella foto con il sindaco Giuseppina Quadrio) – dichiara in 13 pagine che non sussiste reato penale, non c’è truffa». Nell’ordinanza, il Tribunale dice che "la difesa ha ampiamente documentato, anche attraverso delibere di altri Comuni, come fosse pacifica […] la interpretazione secondo cui le spese affrontate attraverso l’affidamento a terzi delle attività di accertamento delle infrazioni" rientrino tra "le spese di accertamento" secondo la circolare Maroni del 2009. Insomma: le spese procedurali correttamente sono state addebitate a chi era stato multato con l’autovelox.
Il dispositivo del Tribunale del Riesame analizza anche la questione dei verbali che, secondo la Procura, mancavano in originale e conclude che invece gli originali esistevano: "la prassi adottata dalla polizia locale di Casorate sempione rappresenta una corretta applicazione della normativa amministrativa in materia di servizi informatizzati", vale a dire con l’autenticazione delle prove originali garantita dalla password usata da ogni singolo agente. "Non è dunque condivisibile la conclusione del GIP secondo cui il rilascio di copia conforme dei verbali avvenisse in assenza di un originale" perché "l’originale dell’atto, infatti, esisteva ed era rappresentato dal file informatico di immissione dei dati", la posizione portata avanti dalla difesa degli agenti.
Nel merito dice che, anche laddove ci fosse la duplicazione delle spese, che sarebbe responsabilità dell’azienda appaltatrice e non dal comando vigili, sarebbe una violazione amministrativa, non penale (le spese doppie erano stati il primo elemento da cui era partita l’indagine della procura). L’ordinanza dice in sostanza che potrebbero sì esserci delle violazioni amministrative su singoli casi di notifiche, ma che non derivano dall’operato degli agenti: anche laddove esistono, non si tratterebbe comunque di comportamenti dolosi. «Il Riesame dice che i vigili si sono attenuti alle leggi ordinarie in modo corretto, il Tribunale del Riesame ha smontato pezzo per pezzo il provvedimento del GIP», commenta soddisfatto l’avvocato Romano. Per ora, il punto certo è che l’Ordinanza di interdizione a carico degli agenti è revocata, si vedrà poi – alla luce del primo giudizio di merito – come deciderà di procedere il sostituto procuratore Pasquale Addesso, che ha avviato l’indagine.
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