Sabato la protesta dei “forconi” arriva a Gallarate
Anche qui si prepara una manifestazione, sull'onda delle tante già partite altrove: sabato 14 dicembre il presidio in piazza San Lorenzo. "I politici stanno spremendo l'Italia, serve una via d'uscita"
Anche a Gallarate arriva la protesta contro la classe politica e contro la crisi dell’Italia, quella che ormai in molti chiamano la protesta "dei forconi". Mille volantini in stampa anche a Gallarate, per l’appuntamento di sabato 14 dicembre: sui volantini si fa riferimento al coordinamento del "9 dicembre" (questa è, più o meno, la definizione che preferiscono usare i manifestanti), con il suo composito mosaico che unisce Cobas del latte e forconi, allevatori dell’Agro Pontino e pagine facebook indignate come "No Censura". A Gallarate si parte da un gruppo di persone che si conoscono da tempo, accomunati dalla voglia di fare qualcosa, di «far sapere che siamo stufi, della cassaintegrazione, delle tasse alte», spiega Salvatore, uno dei partecipanti. Naturalmente c’è anche l’allargamento delle fila fatto con il web, intorno ad una pagina Facebook, con il tam tam sui social e con Whatt’s App: «Stiamo dicendo a tutti che dobbiamo farci sentire, ma che la manifestazione deve essere assolutamente pacifica» dice con entusiasmo Alessia, che da qualche giorno si è lanciata nella protesta e tiene le fila a suon di telefonate, tra attivisti locali e il referente regionale, Umberto Gobbi di Milano (omonimo di un attivista di sinistra, il che ha creato qualche confusione anche sui media). Sono i vertici regionali della protesta che dovrebbero fare la comunicazione per la manifestazione, che oggi non risultava ancora alla Questura di Varese, nè al commissariato di Gallarate.
«I politici stanno spremendo l’arancia, l’hanno spremuta e ormai siamo alle bucce», ci dice Salvatore. Vogliono far sentire la loro voce, contro la classe politica e perché si superi la situazione di crisi, si esca da una palude in cui sembra impossibile uscire, in cui «stiamo svendendo l’Italia alla Merkel e all’Europa». «L’obbiettivo è avere chiarezza, che si facciano leggi chiare». Ed è interessante che vengano citati anche degli obbiettivi precisi: «eliminare il porcellum, fare in modo che chi vince le elezioni può governare davvero. Un po’ come succede anche a livello comunale: chi vince governa, gli altri fanno l’opposizione. Si governa senza inciuci, chi vince deve governare per cinque anni». Per ora, in ogni caso, si pensa soprattutto al primo passo: fare piazza pulita del governo attuale o dell’intera politica. E dopo? «Faremo una riunione per capire cosa fare dopo aver mandato via la classe politica» ci dice ancora Alessia. «L’importante ora è fare rumore e far capire che così non si può andare avanti».
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