Comune e Caritas uniti: “Mai così tante persone da aiutare”
Il contributo di 30.000 euro per l’aiuto alle persone bisognose è andato quasi completamente esaurito in brevissimo tempo. “Abbiamo avuto problemi con l’inserimento lavorativo”, spiega l’assessore Chierichetti mentre la Caritas lancia l’allarme: “Gli aiuti del Banco Alimentare non bastano più"
Servizi Sociali e Caritas non sono certo la fonte di dati più completa, ma la presentazione dei dati del contributo anticrisi dell’anno scorso immortalano una situazione decisamente preoccupante. Nel 2013, infatti, il comune di Olgiate Olona -poco più di 12.000 abitanti- aveva messo sul piatto 30.000 euro «e sono stati praticamente finiti», sintetizza l’assessore Gabriele Chierichetti. Diviso in 4 linee di intervento, sono stati sostenuti i consumi di 18 nuclei famigliari con il pagamento di bollette e l’acquisto di generi alimentari mentre una decina di famiglie ha ricevuto aiuto nel sostenere i contratti di affitto delle proprie case. L’unico capitolo che non ha speso tutti i soldi a propria disposizione è quello legato all’inserimento lavorativo. «Questo non perchè non ci siano state domande ma perchè non abbiamo trovato abbastanza aziende disposte a partecipare al progetto», spiega Chierichetti precisando che «molte aziende non si sono sentite di avviare tirocini sapendo che poi avrebbero lasciato a casa il lavoratore». E così, nonostante l’aiuto messo in campo dall’amministrazione, è stato solo uno il disoccupato ad aver preso parte a questo progetto.
In tutto questo contesto, 4.000 euro sono stati consegnati alla Caritas per il sostentamento delle sue iniziative. Nel 2013 però l’associazione ha dovuto far fronte ad una situazione senza precedenti. Se infatti «nel 2012 con i contributi del comune avevamo aiutato a coprire le esigenze delle persone bisognose -spiega Alfeo Gonano, responsabile della Caritas Santo Stefano- quest’anno il contributo è stato diviso a metà». Con una parte è proseguito il sostegno al pagamento delle bollette mentre «con una seconda parte abbiamo dovuto acquistare generi alimentari da inserire nei pacchi cibo». Gli alimenti messi a disposizione dal Banco Alimentare «non sono più sufficienti» e così «abbiamo dovuto acquistare autonomamente alcuni prodotti da consegnare alle 75 famiglie che seguiamo». Un numero elevatissimo, senza precedenti per la Caritas locale, e che ormai «per la metà è composto da famiglie italiane».
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