Sant’Antonio bagnato, sant’Antonio fortunato

Anche sotto la pioggia a dirotto si contavano a decine gli animali, e i loro padroni, che hanno atteso come ogni anno la benedizione di sant’Antonio. In tanti non hanno voluto mancare ad una tradizione secolare, un rito impartito quest’anno anche a pecore e cavalli, oltre che ha molti cuccioli di cane e gatto di ogni razza.

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La benedizione, impartita da monsignor Gilberto Donnini davati al sindaco e ad altre autorità, è stata poi seguita da un rituale più recente ma molto gradito, quello del lancio di palloncini.

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Infine, l’ultimo rito è stato quello della benedizione del pane: simbolicamente avvenuto nel laboratorio della panetteria Pigionatti, quello della Motta. 

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La parte simbolica della festa di sant’Antonio, ormai, è conclusa: le bancarelle restano poi in centro fino a sera. 

Ieri, come vuole la tradizione, la grande catasta di legna è stata accesa alle 21. Dopo una breve processione con il Santo, le autorità hanno dato fuoco alla pira posizionata davanti alla Chiesa della Motta. Una tradizione che si ripete di anno in anno ma che continua a regalare emozioni. Nonostante la pioggi infatti, sono tanti i varesini che hanno voluto assistere all’accensione del fuoco per la festa di Sant’Antonio e che hanno voluto portare di persona il loro bigliettino dei desideri. "Sant’Antonio dalla barba bianca, fammi trovare quello che mi manca" dice infatti il proverbio. Ad accendere la pira, tra le autorità, il Sindaco Attilio Fontana, Giuseppe Redaelli dei Monelli della Motta, Raffaele Cattaneo presidente del Consiglio Regionale, il Prefetto Giorgio Zanzi, il Questore Francesco Messina e il direttore di VareseNews Marco Giovannelli. .

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