Tutti attorno all’ “Arturo”: il segreto del successo del Tosi

Quattro rappresentanti in consiglio, un presidente degli studenti, rappresentanti di classe e mediatori di corso: allo scientifico di Busto la perfetta organizzazione permette di raggiungere risultati e soddisfazioni

 Ci sono i rappresentanti in consiglio di istituto, i rappresentanti di classe, i mediatori di corso, il presidente dell’assemblea studentesca.
Al liceo scientifico Arturo Tosi di Busto, le elezioni di inizio anno sono una cosa complessa: la comunità studentesca si è data una struttura gerarchica molto ricca in modo a poter creare la maggior partecipazione possibile. In un istituto dove rigore e studio sono le regole fondamentali, avere una dialettica vivace permette di creare una comunità frizzante e partecipe. Così Francesco Tosi è il presidente dell’Assemblea studentesca, a lui si rivolgono tutti gli studenti « dalla prima, sino alla quinta» per esporre idee e problemi, difficoltà e timori: « Sono il referente per la preside e per i docenti. Organizzo le assemblee di istituto e mi confronto costantemente con gli studenti eletti in consiglio che si fanno promotori delle richieste dei ragazzi».


La coralità è molto sentita, tanto che nessuno solleva questioni per pagare la quota necessaria ad affittare gli spazi esterni dove fare le assemblee: « In questa scuola non abbiamo spazi adeguati a contenerci – rivela Federico – per cui ci sono due possibilità: organizzare seminari diversi a cui i ragazzi si iscrivono, oppure affittare un locale esterno e tutti i partecipanti sostengono il costo dell’affitto. Ogni mediatore di corso raccoglie adesioni e soldi e me li consegna».

 
Un sistema gerarchico, collaudato negli anni e che permette a ogni “rappresentante” di lavorare con profitto nel proprio settore di competenza, senza caricarsi di responsabilità eccessive che entrerebbero in conflitto con il percorso scolastico. Il giudizio sul Tosi, quindi, non può essere che positivo da parte dei 4 rappresentanti Gabriele Tronconi, Ilaria Crespi, Andrea Pariani e Luca Sangaletti: « Il Tosi è una scuola dove si sta bene – spiega Gabriele – c’è un buon rapporto con i docenti e il clima tra gli studenti è tranquillo. È un ambiente che ignora completamente il fenomeno del bullismo: il coinvolgimento di tutti i ragazzi fa sì che si instauri subito un legame di collaborazione. Anche i ragazzi che arrivano in prima, capiscono al volo qual è il clima e ne condividono lo spirito». 
 
Lo stabile, costruito negli anni ’70, ospita 1008 studenti. Oggi, sconta qualche difficoltà nell’organizzazione dei laboratori perché le innovazioni introdotte dalla Riforma sono entrate in conflitto con la dotazione di strumentazioni e spazi, dati i fondi risicati che rallentano il processo di modernizzazione. L’innovazione tecnologica procede senza eccessivi balzi in avanti,  si spera nel prossimo bando di generazione Web 3 per poter ottenere i finanziamenti e acquistare i tablet per alcune classi. Nonostante le difficoltà economiche e tecnologiche, alcuni docenti utilizzano la piattaforma multimediale “Tosi 2.0” per caricare appunti e lezioni che i ragazzi possono consultare da casa: «Molti dei nostri docenti sono “storici” – spiega Luca – hanno sviluppato una didattica basata sul rapporto emotivo e coinvolgente che l’informatica non riuscirebbe a replicare. Per questo sono più restii a cambiare stile». 

E i risultati di tanta passione sono incontrovertibili se si riflette sull’adesione degli studenti del Tosi a progetti di volontariato: « Abbiamo rapporti con Avis, Admo, Aido, Oftal – racconta Ilaria –  l’alto numero di ragazzi che si impegnano in attività di volontariato si deve proprio alla passione dei professori che ci propongono queste attività. Il professor Maurizio Moschini, per esempio, è incredibile, riesce a trasmetterci la passione. Organizza anche il progetto “On the road” che vede arrivare a scuola molti testimonial interessanti. È sempre lui che organizza le “arturiadi” che non sono solo semplici gare sportive, ma un momento di comunità molto sentita, dove, di solito, gli alunni di quinta si congedano dai compagni».

 
I primi anni, in genere, sono i più duri: « Nel biennio si imparano le regole, il rigore e la serietà – spiega Andrea – all’inizio si fatica, si arriva dalle medie con un’idea di applicazione e studio che si rivela, spesso, incompleta. Nel triennio, invece, quello stile che i docenti impongono diventa naturale e tu capisci di aver adottato una “forma mentis” che sarà quella che ti servirà in futuro. Ci rendiamo conto, piano piano, che siamo pronti ad affrontare qualsiasi futuro vorremo intraprendere. Non siamo certo tutti belli e tutti bravi, ma certamente siamo tutti convinti di fare del nostro meglio».
 
E in questo clima sereno (« nessuno vuole andare via dal Tosi, anche se noi siamo contenti di essere all’ultimo anno….» sottolineano Luca, Federico, Ilaria e Andrea) i rappresentanti in consiglio stanno lavorando su diversi progetti: dai pomeriggio di auto aiuto tra studenti dove i più “vecchi” possono aiutare i compagni più piccoli in difficoltà, a ripassi organizzati in vista della maturità. Ma c’è un terzo progetto a cui tengono molto
 
 
« dare le pagelle ai professori a fine anno – chiarisce Luca – è un modo per far capire ai docenti il nostro giudizio. I professori si sono dimostrati entusiasti anche perché è un sistema per capire il valore di ciò che rimane nei ragazzi di fronte. I ragazzi, però, dovranno utilizzare questo strumento con grande responsabilità e serietà: è un’ottima opportunità per migliorare la didattica e il rapporto studenti insegnanti».

 

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Redazione VareseNews
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Pubblicato il 31 Gennaio 2014
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