AdL: “L’ospedale non accetta la mediazione”
Il caso è quello del tecnico di radiologia sospeso dal lavoro per tre giorni per non aver risposto ad una chiamata di reperibilità: il sindacato di base contesta le mosse dell'azienda
Continua la tensione tra il sindacato di base AdL e l’azienda ospedaliera Sant’Antonio Abate, sul caso del tecnico di radiologia sospeso per tre giorni per non aver risposto ad una chiamata di reperibilità. "Abbiamo impugnato il provvedimento di fronte alla Direzione Provinciale del Lavoro, invece che al Tribunale del Lavoro, dando una possibilità di conciliazione all’azienda ospedaliera" spiega Fausto Sartorato di AdL, che accusa l’azienda di non aver cercato una mediazione. "Per tutta risposta, di fronte a questa disponibilità, hanno inviato conferma al nostro delegato della sospensione dal 4 al 7 di marzo. Noi abbiamo impugnato l’atto, quindi non possono procedere, abbiamo inviato dunque una diffida all’amministrazione dell’ospedale". Il sindacato di base contesta anche il fatto che, se si dovesse arrivare al Tribunale del lavoro e l’azienda perdesse la causa, si spenderebbero "soldi pubblici", per non aver cercato l’accordo.
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