Facib: “Le accuse dei sindacati sono prive di ogni fondamento”
L’azienda contesta totalmente le accuse mosse dai sindacati nei confronti della gestione della crisi dell’azienda: “Se è vero che ci sono delle difficoltà è altrettanto vero che stiamo tutelando 20 posti di lavoro; queste accuse non fanno altro che danneggiarci”
Sono trasaliti alla Facib dopo aver letto le dichiarazioni dei sindacati sulla crisi che sta attraversando la società di Solbiate Olona. «Il genere di allarme lanciato rischia di creare numerosi danni ad una società che è sul mercato» spiegano gli avvocati Giorgio Albè e Valentina Castelli, dal momento che «sono privi di un qualunque fondamento».
Contestano punto su punto i legali che si occupano delle questioni di lavoro dell’azienda a partire da un punto fermo: «è vero che ci sono 16 lavoratori in mobilità ma è altrettanto vero che la stessa azienda sta salvando altri 20 dipendenti».
Proprio sulla questione di quei 16 dipendenti che oggi rischiano di perdere il posto di lavoro i legali sono perentori nel dire che «è falso sostenere che non abbiano preso 1 euro da 9 mesi» dal momento che l’azienda «ha pagato le spettanze ai lavoratori, anche quelle congelate dalla richiesta del concordato». Una questione, quella della cassa integrazione per questi lavoratori, che comunque si è sbloccata nelle scorse settimane. Il 31 gennaio il ministero del lavoro ha riconosciuto all’azienda la cassa integrazione che, per i 16 lavoratori, sarà erogata per 12 mesi fino al 17 aprile 2014. Da quella data si potrà aprire la procedura di licenziamento per un massimo di 16 dipendenti «anche se l’azienda sta valutando di ridurre quella quota». Ma sul fatto che quei lavoratori non siano più “fungibili” la conferma è netta: «Le linee di produzione in cui erano addetti questi lavoratori sono state dismesse e quindi non si è potuto portare avanti un discorso di rotazione». Tuttavia se «qualcuno avesse qualcosa da ridire sulle scelte dell’azienda ci sono i tribunali», precisano gli avvocati. Dunque «è del tutto fuori luogo ritenere che l’azienda abbia agito con scelte a priori» e anche per questo «è gravissimo mettere in dubbio l’azione della procura».
Sarebbe poi «frutto di una lettura superficiale delle carte da parte dei sindacati» rivendicare 400.000 euro per le contestazioni da parte dei lavoratori dal momento che «quella cifra riguarda tutte le ipotetiche controversie». Il capitolo destinato ai lavoratori ammonterebbe dunque a 30.000 euro complessivi che «non sono molti, lo sappiamo, ma ricordiamoci che stiamo parlando di una situazione di crisi». Stesso discorso per gli investimenti cinesi «siglati nel 2011» o la sponsorizzazione alla Pro Patria «che è scritta nero su bianco all’interno del piano industriale».
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