“La Valcuvia è il posto più bello del mondo” parola di Alfredo Binda
Ciclismo e letteratura protagonisti della giornata organizzata da Mario Minervino, patron della Cycling Sport Promotion. Ospite Alberto Brambilla autore del libro “Lo Zanzi, il Binda e altre storie su due ruote” (Nomos Edizioni). Presenti le figlie di Zanzi e Binda
«La bicicletta è prima di tutto uno strumento di cultura». L’affermazione di Lorenzo Franzetti, direttore di cyclemagazine.it e giornalista che ha vissuto da inviato per la rivista “Ciclismo” i momenti più importanti nel mondo delle due ruote degli ultimi vent’anni, non è per niente retorica perché è vero che il ciclismo e i suoi protagonisti da sempre aiutano a raccontare le dinamiche di una società e di un paese.
Cultura, sport al femminile e letteratura sono stati gli ingredienti che hanno animato l’incontro nella sala civica del Comune di Laveno Mombello, organizzato da Mario Minervino, patron della Cycling Sport Promotion, società sportiva organizzatrice della Coppa del Mondo donne, e da Cyclemagazine.it, per la presentazione del libro “Lo Zanzi, il Binda e altre storie su due ruote” (Nomos Edizioni), antologia di scritti giornalistici di Piero Chiara sul ciclismo, curata da Alberto Brambilla (foto). Una donna in bicicletta è il miglior marketing non solo per le due ruote ma per lo sport in generale e forse è questa una delle ragioni per cui, come ha sottolineato Minervino, «il movimento ciclistico femminile in questi anni è cresciuto e continua a crescere».
Graziella Giacon e Alberto Anzani, rispettivamente sindaci di Laveno Mombello e di Cittiglio, hanno ribadito l’importanza che queste presenze sportive e letterarie hanno avuto nell’esportare l’immagine migliore della nostra provincia in Italia e all’estero. Nel passaggio finale de “Il campione”, articolo comparso sul "Corriere della Sera" il 29 dicembre 1982 e dedicato al mitico Alfredo Binda, c’è un esempio di questa romantica funzione “diplomatica” che Brambilla, libro alla mano, ha letto al pubblico presente. «Nessuno come lui viveva quel paesaggio, che era entrato nella sua mente, con ogni rilievo, come il modello ideale di tutti i percorsi che aveva dovuto affrontare in ogni parte del mondo. Era forse perché mi sembrava il simbolo dei miei luoghi amati, che lo avevo contemplato nel suo letto al Croce di Malta di Udine, lontano da casa, ma con dentro Valcuvia e Valtravaglia, Varesotto e Lago Maggiore, le Prealpi e i piccoli fiumi e torrenti che scorrono segretamente al piede dei monti: la Tresa, il Boesio, il Bardello, la Margorabbia, la Rancina».
E Lauretta Binda (foto sopra), primogenita del campione di Cittiglio, presente in sala con la figlia di Augusto Zanzi (Il “Gusto” come lo chiamava Binda), ha confermato: «Quando mio padre era all’estero e lo intervistavano, lui diceva sempre che la Valcuvia è il posto più bello del mondo».
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