Nel sacco c’è il microchip, ora i rifiuti avranno un nome
Grazie alla tecnologia Rfid i sacchetti del secco saranno dotati di una targhetta che permetterà di capire quanta spazzatura viene prodotta. L'obiettivo è arrivare ad una tariffazione puntuale dei rifiuti e diminuirne la quantità
Arriva il sacco della spazzatura che sa chi sei. A Castellanza presto arriveranno i sacchi con la targhetta Rfid che permetteranno di risalire a chi lo ha depositato. Venerdì i dettagli verranno svelati in una conferenza stampa insieme all’azienda che gestisce la raccolta Sieco ma una sperimentazione era già partita in alcune vie di un quartiere di Legnano nel 2012. Sostanzialmente, grazie ad una targhetta munita di microchip inserita nei sacchetti, si potrà sapere effettivamente quanti chili di rifiuti produce ogni nucleo abitativo e, di conseguenza, calibrare la tariffa sull’effettivo ammontare di spazzatura prodotta. Chi produrrà meno rifiuto secco pagherà di meno, questo l’obiettivo che si vuole raggiungere. Inoltre sarà possibile anche risalire a coloro che non fanno una buona raccolta differenziata. Questo sistema entrerà in vigore dal 1° aprile.
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