Ambientalisti ricevuti in Regione: “Chiederemo di chiudere Accam”

Giovedì mattina una delegazione di 9 associazioni ambientaliste saranno ricevute dalla commissione regionale sull’ambiente. “Porteremo le istanze dei cittadini -spiegano- convinti che ci siano altre alternative all’incenerimento"

E’ tutt’altro che congelata la situazione del progetto di revamping di Accam e domani, giovedì 26 marzo, sarà scritto un ulteriore capitolo di questa lunga e tormentata storia. I delegati di 9 associazioni ambientaliste saranno infatti ricevuti dalla commissione ambiente di Regione Lombardia e ciò che diranno ai consiglieri è raccolto in questa nota che vi proponiamo integralmente: 

I delegati di 9 associazioni ambientaliste che operano nei territori interessati dalla attività di incenerimento di Accam saranno ricevuti giovedì mattina in Regione presso la VI commissione (ambiente e Protezione Civile) alla presenza dell’assessore all’ambiente Claudia Terzi.

Saranno portate all’attenzione dei consiglieri e dell’assessore le istanze dei cittadini sulle problematiche gestionali, finanziarie e ambientali che il rinnovo della autorizzazione integrata ambientale comprensivo del progetto di revamping comporterebbe per il nostro territorio.

La Regione Lombardia e gli enti locali lombardi sono tra i primi ad aver iniziato il percorso verso la differenziazione dei rifiuti grazie alla spinta dal basso delle popolazioni a rischio, ma negli ultimi anni non ci sono stati progressi significativi tant’è che oggi altre Regioni hanno preso il suo posto in testa alla classifica. Questo rallentamento è, secondo noi, imputabile anche alla presenza di ben 13 inceneritori sul territorio lombardo (prima regione in Italia).

Infatti le componenti combustibili contenute nei rifiuti urbani necessari agli inceneritori sono principalmente costituite dai materiali cellulosici (carta/cartone/legno) e materiali plastici, rifiuti che possono invece essere avviati a recupero e riciclo.

Siamo convinti che oggi sono altre le alternative perseguibili e che la salute dei cittadini non può essere sempre relegata a una voce di secondaria importanza.

Oggi sappiamo che dove le amministrazioni sono attente e coinvolgenti, e anche grazie all’applicazione della tariffazione puntuale (basata sul concetto di chi inquina paga), si possono ottenere riduzioni del 65% dei rifiuti residui e raccolte differenziate fino al 90%. A questo punto non avremmo più bisogno di un inceneritore che già oggi fatica a trovare i rifiuti da bruciare.

Per questi motivi chiederemo alla Regione di non autorizzare il progetto di revamping dell’inceneritore di Busto Arsizio e di definire tempistiche certe per il suo smantellamento e la successiva bonifica dei terreni.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 26 Marzo 2014
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