I 5 Stelle rilanciano: “Si valuti chiusura inceneritore”
Lo chiedono i gruppi di attivisti di Busto, Legnano, Castellanza, Gallarate e Somma Lombardo
Il Movimento 5 Stelle di Busto Arsizio, Gallarate, Legnano, Castellanza e il Meetup Somma Lombardo in movimento riulancia la proposta di studiare la possibilità di intraprendere un cammino critico di valutazione e analisi di tutte le possibilità di interruzione del Revamping. Riceviamo e pubblichiamo
Dall’incontro dei sindaci in Regione è emerso un chiaro intento dell’Ente di sostenere i Comuni nello studio di scelte alternative al revamping, mentre si pone in modo scettico rispetto alla ristrutturazione dell’impianto soprattutto dal punto di vista della sostenibilità economica. Pur non essendo netta la posizione della Regione sul rilascio dell’autorizzazione AIA (comprensiva del revamping), la stessa propone di prendere tempo spronando i Comuni a redigere uno studio sulle soluzioni alternative all’incenerimento. In questi mesi con incontri sul territorio e con la campagna di raccolta firme per la chiusura dell’inceneritore, alla quale stanno partecipando sempre più associazioni, abbiamo fortemente voluto sensibilizzare la popolazione sul tema di una gestione virtuosa dei rifiuti (con la richiesta che l’impianto sia convertito in un centro di trattamento meccanico a freddo per il recupero di materie prime /seconde) e sul fatto che le scelte riguardo a tale impianto debbano coinvolgere i cittadini.
Pur riscontrando un valore positivo nella mano tesa dalla Regione rimangono però, a nostro avviso, dei punti da chiarire rispetto alle soluzioni alternative e alle modalità con cui intraprenderle, anzitutto chiediamo che si privilegino impianti che massimizzano il recupero di materia ad impianti per il recupero di energia dai rifiuti e, quindi, impianti che non emettano sostanze nocive dovute alla combustione di rifiuti o gas (in quanto l’area nella quale si insediano soffre già di gravi problemi di inquinamento ambientale). E’ inoltre importante che le Amministrazioni consorziate abbiano parte attiva nello studio di proposte alternative e che l’incarico alla società di consulenza sia assegnato in base alle competenze professionali su questo tipo di impianti, senza lasciare carta bianca ad Accam che, a nostro giudizio, si è già rivelata inadeguata nel formulare l’incarico alla società BAIN, poichè quest’ultima si è limitata a chiedere il solo studio di sostenibilità del revamping, senza occuparsi dell’analisi delle possibili alternative.
Facciamo presente che tale consulenza è costata ai Comuni soci oltre 100.000€. E poi ci chiediamo. Come può Accam parlare ancora di possibili revamping anche solo parziali, dell’impianto? La stessa società in commissione ambiente a Gallarate ha spiegato che ciò non avrebbe dimezzato i costi rispetto al revamping totale mentre comporterebbe una diminuzione dei contributi per la produzione di energia elettrica. Aggiungiamo noi che gli impianti più piccoli hanno grosse difficoltà a mantenere le stesse tariffe di quelli più grandi, perché hanno costi fissi più alti (lo stesso assessore regionale Terzi ha ricordato durante l’incontro che la tariffa più conveniente in Lombardia oggi è di 78€, mentre conferire in Accam ne costa 110€). Per tutti questi motivi noi continueremo a vigilare sugli sviluppi futuri della vicenda e aspettiamo che l’amministrrazione di Busto prenda una decisione netta nel prossimo consiglio comunale del 17 aprile nel quale si voterà la mozione del Movimento 5 Stelle che chiede al sindaco e alla giunta: “e di chiusura dell’inceneritore presente sul proprio territorio, gestito da ACCAM, nell’ottica di una nuova visione globale del trattamento dei rifiuti.
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