Il Comune ha un “tesoretto” da 4 milioni, ma non può spenderlo
Sono i fondi bloccati dal Patto di Stabilità nel 2013, la buona notizia è che molte opere sono comunque finanziate, con la vendita di Commerciale Gas
Il Comune di Gallarate ha 4 milioni di euro in cassa, ma non li può spendere. È questa la cifra per il 2013 (l’anno finanziatio appena chiuso): un "tesoretto" in cassa, inutilizzabile per i vincoli imposti dal Patto di Stabilità, il meccanismo di controllo della spesa criticatissimo un po’ da tutti i sindaci d’Italia. «Si tratta di stanziamenti per opere programmate e non partite a causa del Patto di Stabilità» spiega l’assessore al bilancio Alberto Lovazzano. «In pratica, i singoli stanziamenti sono stati raggruppati nell’Avanzo di Amministrazione per investimenti». Soldi in cassa e opere ferme? Non esattamente, fa notare anche l’assessore: di fatto, tra le opere più rilevanti previste, solo l’ampliamento del sottopasso in via Liberazione a Cajello risulta di fatto sospeso (costerebbe 1,8 milioni, ndr). Per altri capitoli di spesa, infatti, gli investimenti ci sono, legati ad altre fonti d’entrata: «I lavori sull’asse di viale Milano, infatti, sono stati altrimenti finanziati, anche con risorse della Regione, e risultano quasi completati (nella foto, il cantiere due settimane fa)
. Le piste ciclabili saranno realizzate con il finanziamento per le strade proveniente dalla vendita di Commerciale Gas. Sempre dalla vendita di Commerciale Gas arrivano le risorse per gli interventi su piazze cittadine e illuminazione pubblica (con individuazione delle piazze nei rioni di Cedrate e Moriggia) e sui cimiteri (in questo caso, è stato scelto specificamente il camposanto di Arnate)». Resta, appunto, il tesoretto in cassa: presente, ma inutilizzabile, qui come in tanti altri Comuni italiani. A questi, si aggiungono anche 529.000 euro vincolati all’eliminazione delle barriere architettoniche, ma anche questi spendibili solo in presenza di cambiamenti nel Patto di Stabilità.
La parte degli investimenti è quella che spesso attrae più attenzione, quando si parla dei bilanci comunali. In aggiunta a questo, però, c’è anche la parte corrente, vale a dire i costi per il funzionamento "ordinario" del Comune, dagli uffici agli asili nido, passando per la Polizia Locale. «L’Avanzo di Amministrazione per spese correnti 2013 è piuttosto modesto, 57.500 euro» spiega Lovazzano. Una cifra molto limitata, rispetto ai milioni di euro di valore complessivo del bilancio: «Il dato risente, fra l’altro, della decisione di abbassare il più possibile l’Imu. Se a luglio 2013 si pensava a una riduzione di 0,6 punti , a fine anno si è riusciti a calare di un punto, corrispondente a – 2.200.000 euro». Insomma: il Comune ha scommesso su entrate più basse (nonostante le incertezze) e la scelta si è dimostrata – dice Lovazzano – adeguara: «Un Avanzo di Amministrazione modesto, del resto, è conseguenza di una buona programmazione su spese ed entrate» (nel 2012 l’avanzo era decisamente più elevato, 400mila euro). C’è poi, come sempre, la quota di entrate difficili da recuperare: quest’anno si sono giudicati non più incassabili circa 2.407.000 euro legati a sanzioni per vecchie violazioni al Codice della Strada (quindi: multe non pagate) e circa 2.622.000 euro di arretrati Tarsu, la tassa sui rifiuti.
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