Ambrosetti, Belluzzo e l’importanza di restare in B

Il ds accoglie Bettinelli: "Orgoglioso di fare il suo nome e quello di Mario". Il tecnico di lungo corso: "Ho 300 ragazzi del vivaio che ci chiedono la salvezza: non potevo rifiutare"

Non sappiamo se lo slogan “Il Varese ai varesini” che molti tifosi hanno ripetuto negli ultimi mesi sarà la panacea di tutti i mali in casa biancorossa, anche se ce lo auguriamo. Però intanto è un dato di fatto: salvo la breve apparizione dell’ad Montemurro, la scena oggi in via Manin – sede del club calcistico cittadino – è stata occupata da un poker nato o cresciuto all’ombra del Sacro Monte.
Con Stefano Bettinelli, nuovo capo allenatore della Prima Squadra (QUI le sue parole), hanno preso posto il presidente Nicola Laurenza, il ds Lele Ambrosetti e il veterano Mario Belluzzo che ha messo a disposizione se stesso e il suo patentino per permettere al “Betti” di guidare il Varese in Serie B. Tra una battuta e l’altra del nuovo mister, non sono mancate anche le loro parole durante la conferenza stampa di presentazione.
E se Laurenza ha preferito dare spazio agli altri, Ambrosetti non ha mancato di puntualizzare alcune cose a partire dal ringraziamento sincero a Stefano Sottili. «Voglio sottolineare – ha spiegato il dirigente – che con Bettinelli non c’erano accordi precedenti alla partita con il Brescia. Pur sapendo di dover essere pronti a tutto nel mondo del calcio, non è il mio stile fare giochi poco puliti alle spalle di persone corrette e professionali come sono Sottili e il suo staff che tengo a ringraziare per il lavoro svolto insieme. La scelta di chiamare Bettinelli e Belluzzo è arrivata sabato: Stefano è unico per come conosce l’ambiente, Mario è stata una persona molto importante per la mia vita e per la mia carriera. Quando il presidente mi ha chiesto un nome io ho avanzato queste candidature e sono orgoglioso di avere speso una parola per loro. Però poi la decisione finale è stata di Nicola (Laurenza ndr) ed è giusto così: il Varese è “mio”dal punto di vista del cuore ma non della proprietà con cui ho l’onore di collaborare».
Ambrosetti poi si espone in prima persona per difendere la squadra. Avviene quando Bettinelli, commentando il primo allenamento, parla di «giocatori con la voglia di arrivare primi sul pallone, di ascoltare e mettere in pratica i suggerimenti del mister», al che è stata spontanea la domanda del perché questo non si sia visto sabato, in campo. «Non voglio – interviene pronto Ambrosetti – che Stefano venga messo in difficoltà con queste domande, che pure sono legittime. Dico però che i giocatori si sono resi conto di aver fatto una prestazione non positiva con il Brescia. Chiedo però di trovare il giusto equilibrio tra le cose. Di certo sabato si è sbagliato atteggiamento, il Varese è stato autore di una prova negativa ma i giocatori non lo hanno fatto apposta. Hanno sbagliato ma se ne sono resi conto».

In questo amarcord, è bello anche rilevare la presenza attiva di Mario Belluzzo, uomo del Varese, capace di riportare il club tra i professionisti dopo la prima discesa agli inferi dei dilettanti, di sollevare una Coppa Italia di Serie C e di accettare l’incarico post-fallimento (la foto a lato si riferisce a quella esperienza) prima di cedere il testimone al “ragazzino” Devis Mangia, dieci anni fa. «Ormai qui ne ho viste di tutti i colori, compresa l’autoretrocessione in Serie D, per questo ho detto “sì” alla soluzione trovata da Laurenza e Ambrosetti. Sono stato chiamato sabato dopo la partita e non ho avuto dubbi: ho accettato subito nonostante in questo momento abbia un altro incarico in società legato al vivaio. Anche per questo motivo l’anno scorso ho visto almeno una ventina di partite della Primavera di Bettinelli: lo conosco e so bene quali sono le sue qualità. Ora l’allenatore è lui, io ho fatto il mio tempo ma sono contento di affiancarlo. Anche perché, da supervisore delle giovanili, io vedo in questi giorni 300 ragazzi con gli occhi sgranati che ci chiedono di salvare il Varese in B. Non potevo, non potevamo rifiutare».

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Redazione VareseNews
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Pubblicato il 19 Maggio 2014
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