Lunga serie di reati fiscali: arrestato Gianfranco Castiglioni
La Guardia di Finanza di Perugia ha fermato l'imprenditore - ex proprietario di Pallacanestro Varese - nell'ambito di un'indagine che riguarda le attività umbre della sua holding. In manette anche il figlio Davide
È stato arrestato stamattina – venerdì 13 giugno – uno dei più noti imprenditori varesini, Gianfranco Castiglioni (foto a lato), cui fanno capo una serie di aziende sia in provincia sia fuori e già proprietario della Pallacanestro Varese per una decina d’anni.
Il fermo di Castiglioni, attualmente ai domiciliari in una delle sue abitazioni, è stato disposto dalla Guardia di Finanza di Perugia che da due anni stava conducendo un’indagine sulle attività umbre legate all’imprenditore varesino; a Spoleto, in particolare, Castiglioni possedeva la Isotta Fraschini (attiva nel settore della ghisa) e la ex Pozzi (alluminio).
Pesanti i reati di tipo fiscale che vengono contestati dalla Procura della Repubblica di Spoleto: il comunicato delle Fiamme Gialle parla di «una vera e propria associazione a delinquere finalizzata a commettere una serie di illeciti tributari reiterati nel tempo, attraverso a contabilizzazione di numerosissime operazioni commerciali fittizie tra società appartenenti al medesimo gruppo».
Il provvedimento, almeno per il momento, si riferisce solo alle due società spoletine e non tocca gli altri tasselli del vasto gruppo industriale, e riguarda il periodo che va dal 2008 al 2012. Con Gianfranco sono agli arresti altre tre persone: il figlio minore Davide, il direttore dello stabilimento spoletino Massimo Santoro e il direttore finanziario del gruppo Marina Elisa Affri, tutti e tre con ruoli diversi nei consigli di amministrazione della holding.
Al quartetto sono imputati come detto reati fiscali che vanno dall‘omesso versamento di ritenute operate ai dipendenti (oltre 5 milioni) all’utilizzo nelle dichiarazioni fiscali di fatture per operazioni inesistenti (qui le imposte evase sarebbero di circa 52 milioni), alla presentazione di dichiarazioni IVA infedeli con tanto di alterazione dei registri (4,5 milioni). E ancora 2 milioni di evasione per illecita compensazione di imposte dovute con crediti fittizi, emissione di fatture false e addirittura l’occultamento di tutto l’impianto contabile per gli anni precedenti il 2008.
Per una delle società inoltre sono contestate false comunicazioni sociali per l’occultamento nel bilancio 2011 delle reali perdite (oltre 10 milioni all’epoca) e l’omesso versamento tra il 2007 e il 2011 delle ritenute previdenziali e assistenziali sui dipendenti per oltre 7,5 milioni. Il profitto dei reati contestati ammonta così a oltre 63 milioni di euro.
Il Gip di Spoleto, Caramico D’Auria, ha così disposto un sequestro di beni fino a questa cifra e delle somme giacienti sui conti delle società di Spoleto fino al limite di 30 milioni. Tra i beni messi a disposizione dell’autorità giudiziaria ci sono due ville, cinque appartamenti, diversi terreni, due Ferrari, una Lamborghini, tre moto MV Agusta F3, oltre alle quote delle società e ai saldi dei conti correnti.
(nella foto la villa di famiglia a Masnago)
L’operazione però potrebbe andare ben oltre, come segnala la stessa Guardia di Finanza: a Como si indaga per un’evasione di circa 8,5 milioni mentre tutte le 14 società che fanno capo alla holding finanziaria del gruppo sono sotto osservazione. I controlli delle Fiamme Gialle a Perugia, Como, Varese, Milano e Padova riguardanti il periodo 2004-2011 arrivano infatti a contestare evasioni fiscali per centinaia di milioni di euro.
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