Comitati ai Sindaci: “Qual è la vostra idea di futuro?”

Dopo aver partecipato all’incontro che ha presentato le alternative per l’inceneritore i comitati ambientalisti si dicono soddisfatti e si appellano ai sindaci: “Le alternative ci sono, realizziamole anche noi"

Erano in molti i membri dei comitati che si battono contro l’inceneritore di Busto Arsizio che mercoledì sera hanno preso parte alla prima relazione del gruppo di lavoro che sta valutando le alternative sul tavolo. Si dicono soddisfatti di quando ascoltato ma chiedono lungimiranza nella scelta finale dell’assemblea dei sindaci. Ecco il comunicato integrale che è stato diffuso

Abbiamo assistito ieri a una prima esposizione degli scenari del tavolo tecnico rivolta ai sindaci del consorzio ACCAM. Dal confronto fino ad oggi sviluppato è emerso un approccio scientifico al problema, che ha voluto evidenziare potenzialità e criticità delle diverse opzioni in discussione. Per questa analisi approfondita è da apprezzare il lavoro dei tecnici coinvolti che stanno collaborando in sinergia e nell’interesse di tutti. E a differenza di precedenti, costose e parziali analisi di studi esteri, a titolo gratuito!
Gli scenari in esame presentati erano quattro.
Revamping totale come da AIA (analisi integrata ambientale), revamping di una linea, chiusura dell’inceneritore, realizzazione di impianti quali ad esempio la "fabbrica dei materiali" per il secco residuo e impianti per il trattamento dell’umido.
Abbiamo apprezzato la dichiarazione del sindaco di Gallarate, Edoardo Guenzani, del resto già annunciata dallo stesso sindaco di Busto Arsizio a mezzo stampa, che ha subito sgomberato il campo da eventuali dubbi in merito all’opzione di revamping totale dell’impianto, affermando che tale opzione è ormai abbandonata. A maggior ragione, aggiungiamo noi, il revamping di una linea, ha veramente il fiato corto.
Il nodo cruciale ci pare questo: quali devono essere i criteri per la scelta dello scenario attuabile? Può essere una scelta solo di ordine economico a breve termine, o, come spesso i sindaci affermano, bisogna guardare anche all’impatto sociale e ambientale, al quadro generale, regionale ed europeo, e a una vera sostenibilità economica e occupazionale di medio termine che tenga conto di situazioni in rapida evoluzione?
Ecco noi crediamo che ci debba essere nella scelta che i sindaci saranno chiamati a fare, un’idea precisa di futuro e la volontà di perseguirla. Un futuro verso una gestione diversa dei rifiuti, che faccia a meno dell’incenerimento, che contempli il passaggio da un’economia lineare a una circolare (come suggerisce la normativa europea), che favorisca la riduzione degli sprechi e la valorizzazione delle materie prime-seconde. Crediamo che solo una scelta di questo tipo potrà avere ricadute positive a livello economico e occupazionale anche a lungo termine oltre che agli innegabili aspetti ambientali e sanitari.
Riuscire a realizzare ciò, nel nostro territorio, darà una spinta anche al resto della Lombardia, regione che oggi potremmo definire "la bella addormentata" avendo ormai da anni perso il primato della raccolta differenziata e trovandosi ultimamente superata da altre regioni non solo del nord Italia.
Le alternative ci sono, vanno conosciute, e non solo teoricamente. 
Su questo abbiamo voluto dare il nostro contributo . Al termine dell’incontro di ieri abbiamo invitato sindaci e tecnici ad essere con noi alla visita che stiamo organizzando per mercoledì 17 settembre al consorzio Contarina (50 comuni in provincia di Treviso), dove si applica la tariffa puntuale, dove la media della raccolta differenziata supera ormai l’ottanta per cento (con punte del novanta), dove la riduzione del rifiuto residuo è a livelli di eccellenza (attualmente 50 kg. abitante anno, obiettivo per il 2020, 10 kg abitante anno, obiettivo clamorosamente vicino all’azzeramento del rifiuto residuo). Andremo poi a visitare gli impianti di recupero materiali di Este e Occhiobello. Impianti dove non si brucia nulla e si recuperano risorse creando occupazione. 
E’ ora di voltare pagina. Le alternative ci sono. Realizziamole anche noi!

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 17 Luglio 2014
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