“Il giudice pace è il Titanic di questa amministrazione”
Il gruppo "Saronno al centro" analizza la situazione che ha portato il Comune a sostenere i costi di mantenimento del servizio in città
Ci congratuliamo con l’amministrazione Porro per il successo del giudice di pace!! Anche noi vi vediamo una vicenda storica, specie per analogie: il Titanic. Facciamo memoria: ad una prima richiesta dell’amministrazione seguì autorizzazione condizionata dal ministero; fu quindi il turno della richiesta di conferma dal comune cui fece eco la richiesta di precisare la struttura operativa impegnandosi ad affrontare i relativi costi; nello scorso ottobre (9 mesi fa) a fronte del ritiro di vari comuni del circondario, Porro scaricava il giudice di pace adducendo che Saronno non era disposta a sobbarcarsi da sola tutti i costi e addirittura riguardo la destinazione dell’edificio si paventava un imperscrutabile e allora indicibile piano B.
Malaugurato imprevisto: il ministero decide che il giudice di pace resterà a Saronno come richiesto dall’amministrazione Porro che però frattanto era più volte andata in disaccordo con sè stessa. Purtroppo questo è ormai un classico per i saronnesi, ma non per il ministero che ha quindi assecondato quanto richiestogli. Insomma: navigano a vista, vittime delle conseguenze, ora sono costretti a tenere il giudice di pace e sostenerne i costi pressoché da soli, ma sono entusiasti e tutto sarebbe un successo. Il Titanic, appunto. Cos’è cambiato da ottobre a oggi? Dopo quattro anni di arroganza si è riusciti ad avere rapporti cordiali coi comuni del comprensorio -il giudice di pace non riguarda solo Saronno- in modo da ripartire le spese? No: solo Caronno e Cislago tendono la propria mano sinistra. Addirittura si pensa di fornire servizi differenti a seconda della provenienza. È cambiato nulla, ma forse si è scelto di ascoltare quello che chiedono i cittadini: mantenere i servizi.
Si potrebbe anche proporre soluzioni pensate e progettate bene, ma così non è stato. La vicenda è stata un fallimento sul piano del coinvolgimento dei comuni del comprensorio; comica sul profilo gestionale; nell’aspetto economico equivale all’apertura del salvadanaio da parte del bimbo che vuole fare l’affarone comprando ora tutte le figurine dell’ultima collezione calcistica: i rarissimi mondiali del 2013 (purtroppo avrà qualche sorpresa). Non capiamo perchè queste iniziative (sobbarcarsi passivamente l’intero costo dei servizi) varrebbero ‘il premio produttività’. E nemmeno sappiamo chi dovrebbe meritarselo. In sé quanto avvenuto ricorda un famoso episodio de ‘I Promessi sposi’: Renzo in cerca di soluzione si reca dal dottor Azzeccagarbugli reggendo in mano quattro capponi le cui zampe sono tra loro saldamente legate; le teste, invece, ciondolano secondo il movimento e l’ingegno degli animali è focalizzato sul beccarsi tra loro; il Manzoni sottolinea ‘come capita sovente tra compagni di sventura’. Noi, insieme ai cittadini, ci sentiamo un po’ come Agnese e Renzo: abbiamo riunito le zampe dei capponi e ora ci accompagniamo nel cammino che ci condurrà, forse, ad una soluzione.
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