“Non dimentichiamo il campo sinti”

In fondo ad un chilometro di strada tutta a buche, a Cedrate, c'è l'area attrezzata dove vivono i gallaratesi di cultura nomade italiana. Un gruppo di volontari, che lavora in particolare con i ragazzi, chiede maggior dialogo con la città

Un gruppo di volontari, con Acli, scout Agesci e Aval, da tempo segue le famiglie e in particolare bambini e bambine del campo sinti di Gallarate, l’area attrezzata che accoglie persone di cultura sinti, italiani e residenti a Gallarate ormai da decenni. Riceviamo e pubblichiamo la lettera indirizzata all’amministrazione comunale, alla parrocchia e alla comunità di Cedrate, il quartiere più vicino al campo di via Lazzaretto

Alan, Alexandra, Andrea, Angel, Christian, Dylan, Denis, Dennis, Donna, Eddy, Ellison, Emily, Ezechiele, Glenda, Jenny, Michael , Megan, Molly, Rayan, Ruht, Sabrina, Sedric ,…..  
I Nostri amici del campo.
Cedrate 1 luglio 2014

Lettera aperta alla comunità di Cedrate, alla Parrocchia di Cedrate, al Sig. Sindaco di Gallarate, ai Servizi sociali del Comune di Gallarate.

Da alcuni anni ci stiamo interessando ai bisogni delle famiglie del campo di via Lazzaretto 50, a Cedrate.
Si tratta di numerose famiglie, un centinaio di Persone, con molti minori ed alcuni anziani. Sono famiglie Sinti, di storia nomade ma residenti a Gallarate ormai da molti decenni e da più generazioni.
Sono state collocate in via Lazzaretto alcuni anni fa, su iniziativa della Amministrazione Comunale, spostate dal precedente luogo in zona Madonna in Campagna.
Qui, ora, il campo è dislocato dopo la piccola zona industriale, oltre i primi campi coltivati, ai bordi della autostrada, a ridosso delle opere di contenimento del torrente Arno. – Lontano da tutto e da tutti rischiano di essere dimenticati ed invisibili per i cittadini, le comunità, la Parrocchia, il Comune.

La “strada” che vi conduce, pur servendo una stazione dell’acquedotto comunale e le opere idriche della val d’Arno, sembra non venga mai percorsa se non da chi si reca al campo. – Un chilometro sconnesso di profonde buche degno di un safari (nella foto) costituisce ogni giorno un ostacolo per recarsi a scuola e in città, per qualsiasi evenienza ed urgenza e per l’ eventuale passaggio di mezzi di soccorso.
Da più di un paio di anni, come volontari * (Volontari a titolo personale, volontari Acli, Agesci, Aval), seguiamo con un nostro piccolo aiuto i percorsi scolastici dei bambini delle elementari e delle medie. – Grazie anche alla amministrazione Comunale che ci ha concesso di collocare all’interno del campo “un’aula” prefabbricata (noleggiata grazie ad un progetto finanziato dalla Fondazione Acli – La Sorgente di Solidarietà Sociale ONLUS).
Si partiva purtroppo da alcune difficoltà ed episodi di abbandono, anche questi “invisibili”:
• Chi segnala le eventuali mancate iscrizioni? (in mancanza di iscrizione nessuna scuola ha in carico il ragazzo, le verifiche incrociate delle varie competenze non sembrano sempre essere sufficienti)
• Chi interviene per sollecitare la frequenza e vigilare affinché sia davvero conseguito il diritto/obbligo scolastico?
Eppure anche per questi ragazzi, per ciascuno di loro, dovremmo poter garantire un’adeguata istruzione, l’inserimento sociale, l’apertura delle comunità e dei cittadini ad una relazione positiva con loro.
Evitiamo per favore, almeno per ora, di introdurre in questo avvicinarsi a loro, valutazioni sociali, giudizi e pregiudizi ed evitiamo anche di collocarci dalla parte di chi è certo delle proprie ragioni e si chiude dietro alla richiesta di rispetto delle regole. La cultura e la condizione sociale, le difficoltà delle famiglie Sinti e nomadi derivano da centinaia di anni di rifiuto, di segregazione, di reciproca diffidenza e lontananza.
Il percorso che può condurre queste famiglie, queste persone, questi ragazzi ad una maggiore integrazione sociale, a una maggiore competenza culturale, ad una formazione utile all’inserimento lavorativo, ad una loro condizione più consapevole, non può che essere “in prospettiva” e crediamo debba muovere principalmente da Noi. Dalla comunità locale, dal quartiere, dall’oratorio e dalla parrocchia, dalle istituzioni e dai servizi comunali.

L’alternativa, umanamente inaccettabile, è quella di accontentarsi di mantenere questa distanza reciproca, di continuare a lasciare questi ragazzi in un percorso di difficoltà, in un “destino” separato e limitante. Purché magari lontano, isolato, oltre i bordi della città e del quartiere. Lontano dagli occhi, lontano dal cuore e facilmente “giudicabile” ed ignorabile. – Sono forse io il custode di mio fratello?
Noi crediamo che un percorso positivo sia possibile. Soprattutto crediamo in questi bambini, in questi ragazzi. O per lo meno crediamo che sia necessario dare loro una chance. Così come anche alle loro famiglie ed ai ragazzi più grandi.
Le esigenze delle famiglie, oltre a quelle più immediate e “banali” – una viabilità percorribile, una dotazione di sicurezza per il campo, la risoluzione di problemi come una recinzione a tutela anche dei tanti bambini, una attrezzatura più consona per la gestione dei rifiuti, le condizione di igiene dei canali e sottopassi di servizio all’autostrada, ecc, – sono, come per tutti, evidentemente, quelle della possibilità di un lavoro regolare e di un reddito. Su questo ultimo aspetto forse si può anche insieme immaginare qualche cosa, ma resta oggettivamente difficile una risposta così complessa a breve termine. Su altro la possibilità di intervento potrebbe essere però più immediata.

Riguardo alla presa in carico delle responsabilità sociali e del diritto allo studio
• rinnoviamo quanto in passato già chiesto all’Amministrazione Comunale e cioè di individuare una figura referente specifica che possa accompagnare e verificare i percorsi scolastici e, in collaborazione con le famiglie, recuperare i casi di abbandono e mancata iscrizione, ecc….
Riguardo alla presa in carico delle responsabilità tecniche sull’insediamento (di proprietà comunale)
• rinnoviamo quanto già in passato richiesto alla Amministrazione Comunale e cioè di individuare una figura referente specifica che possa coordinare sotto la sua responsabilità i vari aspetti tecnici nella gestione del campo e dei servizi ecc…
Sarebbe inoltre auspicabile, data la condizione e collocazione sfavorevole del campo, verificare alternative possibili da individuarsi sentite le famiglie e in collaborazione con le famiglie (individuazione di micro aree, alloggi, individuazione di zone idonee o compatibili per collocazione di residenze temporanee mobili) ricercando complessivamente soluzioni meno ghettizzanti e più favorevoli all’integrazione.
Riguardo all’apertura sociale, al reciproco avvicinamento tra le famiglie del campo e la comunità locale
• chiediamo alla Comunità Pastorale ed all’oratorio di riprendere alcune esperienze che con noi e le famiglie del campo sono già state fatte in passato, rendendole meno “episodiche” ed attivando un reale avvicinamento e conoscenza della realtà del campo (percorrendo qualche volta quella strada tutta a buche). Naturalmente questo invito è da intendersi anche esteso a tutta la comunità locale e non esclusivamente alle realtà cattoliche.
Riguardo la possibilità di conoscere ed incontrare i ragazzi del campo
– chideremmo a tutti ed in particolare a cittadini Cedratesi e Gallaratesi, che magari hanno un figlio o un nipote o un amico, compagno di classe di questi bambini, di dare la propria disponibilità di qualche ora, al massimo una volta alla settimana (o anche meno!) per fare un poco di ripasso ed attività complementari con i ragazzi del campo (….di cui sopra )

Anna Balzarini, Ferruccio Boffi, Marta Fresca, Sandra Labanca, Francesca Nidola.

Redazione VareseNews
redazione@varesenews.it

Noi della redazione di VareseNews crediamo che una buona informazione contribuisca a migliorare la vita di tutti. Ogni giorno lavoriamo cercando di stimolare curiosità e spirito critico.

Pubblicato il 08 Luglio 2014
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.