Troppi infortuni gravi nelle metalmeccaniche e fonderie
La denuncia del sindacato dopo l'ultimo infortunio che è costato la vita a Liberato Guardabascio dipendente della fonderia Fvb Group di Brunello: «Sta diventando il settore maggiormente a rischio»
Quello di Liberato Guardabascio (foto), deceduto dopo un infortunio alla fonderia Fvb Group di Brunello, è il quinto infortunio mortale sul lavoro in un’azienda meccanica in provincia di Varese. Un bilancio nefasto che ha già raggiunto il livello di tutto il 2013.
Sul caso è stata aperta un’inchiesta aperta dalla magistratura che dovrà accertare eventuali responsabilità e carenze del sistema di prevenzione aziendale. Secondo la Cisl dei Laghi «occorre individuare interventi più incisivi e modalità più appropriate per contrastare gli infortuni in modo adeguato soprattutto nel settore meccanico, e in particolare nelle fonderie, diventate il settore maggiormente a rischio».
La Cisl proporrà alla commissione presso l’Asl di concentrare i controlli in questo settore e di
promuovere una riunione di tutti i rls (rappresentanze dei lavoratori per la sicurezza) del settore, per individuare elementi di partecipazione che aiutino, con un maggiore coinvolgimento dei lavoratori, ad un più esteso controllo e ad un miglioramento della sicurezza in azienda. Inoltre sollecita le associazioni datoriali a promuovere con più efficacia verso i propri associati la cultura della sicurezza, che non può diminuire in presenza di riduzioni del carico di lavoro.
«Le aziende – scrivono i dirigenti di via Bernardino Luini – hanno ottenuto per il 2014 una riduzione del 14% dei premi assicurativi contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali. Tali risorse devono essere intese come disponibilità ad investimenti in termini di prevenzione e non solo come riduzioni di costo. La sicurezza, come la qualità, deve diventare parte integrante dell’organizzazione del lavoro e insieme a questa essere oggetto di un miglioramento continuo, a beneficio dei lavoratori e anche della competitività delle aziende».
Anche il dipartimento sicurezza della Cgil sottolinea quanto il livello di esposizione agli infortuni gravi sia aumentato nelle metalmeccaniche. «Questa volta – scrive in una nota il responsabile del dipartimento Salvatore Minardi – il dramma sembra essere collegato all’uso di un apparecchio in pressione, un serbatoio o un compressore usato per la verniciatura, da cui è esploso il tappo o la valvola che ha colpito il lavoratore come un proiettile. In attesa degli accertamenti della magistratura e dell’Asl, non possiamo non rilevare dalle statistiche che il lavoro nelle aziende metalmeccaniche risulta essere uno dei più rischiosi, con alti indici di frequenza e di gravità degli infortuni. Incidenti spesso connessi all’uso di macchinari e di attrezzature, in cui la regolare manutenzione e il controllo del funzionamento dei dispositivi di sicurezza diventano essi stessi fattori di rischio se non regolarmente programmati e applicati. Se consideriamo che in molte imprese nostrane sono ancora molto diffusi e impiegati macchinari ed attrezzature obsolete, dobbiamo purtroppo aspettarci in futuro che la probabilità di questi eventi gravi e mortali rimanga alta.
Permane nella cultura imprenditoriale l’idea che la prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali sia un costo, come se i danni alla salute dei lavoratori non costituissero anch’essi dei costi – umani, sociali ed economici – elevatissimi. Se il modello di produzione dei beni e dei servizi è quello basato sulla riduzione delle spese ad ogni costo, difficilmente si potrà diffondere il concetto che gli investimenti nella prevenzione sono anche investimenti per migliorare la competitività. Lo sanno bene quegli imprenditori che nel corso degli anni hanno sostituito i macchinari obsoleti con quelli tecnologicamente avanzati, più produttivi e più sicuri. È questo secondo modello di impresa quello su cui puntare, incoraggiandolo e promuovendone l’implementazione, perché il primo modello non reggerà alla lunga la competizione globale e quindi non avrà futuro».
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