Il presidente del tribunale: “Si rischia la paralisi della giustizia”

L'allarme del giudice Edoardo D'Avossa che denuncia una carenza di organico negli uffici del tribunale bustocco che sfiora il 50% e un terzo degli impiegati ha fatto domanda di trasferimento per l'eccessivo carico di lavoro

 
«Di questo passo siamo costretti ad alzare bandiera bianca, a chiudere il tribunale». Il presidente del Tribunale di Busto Arsizio Edoardo D’Avossa è piuttosto avvilito dalla situazione che si è trovato a gestire da quando è arrivato negli uffici di Busto Arsizio: «Da oggi un impiegato amministrativo è passato agli uffici del Giudice di Pace di Milano – racconta il giudice – e questo nonostante le nostre reiterate e disperate richieste di personale a Busto Arsizio, mai ascoltate fino ad ora». Gli uffici di via Volturno, infatti, soffrono di una carenza di organico di almeno il 50% rispetto alla pianta organica per due motivi, principalmente: l’allargamento della competenza giudiziaria del tribunale e il mancato adeguamento del numero di amministrativi alla nuova geografia giudiziaria. Un allarme che lo stesso ministro di Grazia e Giustizia Orlando aveva ascoltato quando è venuto in visita a Busto Arsizio.

D’Avossa si trova davanti ad un fenomeno che non ha precedenti e che si è verificato in occasione dell’ultimo interpello generale permesso dal Ministero di Grazia e Giustizia, ovvero la possibilità per i dipendenti di fare richiesta di trasferimento verso altre sedi: «Abbiamo 21 degli attuali 65 impiegati che hanno chiesto trasferimento – spiega – e nessuno, o quasi, intende trasferirsi a Busto in quanto considerata sede giudiziaria non appetibile poichè non è nemmeno un tribunale provinciale. Se tutte le domande venissero accolte potremmo anche chiudere. Senza contare il personale in malattia, quello che gode dei benefici della legge per l’assistenza di familiari disabili e il blocco del turn over che non permette la sostituzione di chi va in pensione».

Un allarme vero e proprio quello che lancia D’Avossa che prevede una lenta ma inesorabile paralisi della macchina giudiziaria se le cose non dovessero cambiare: «Non biasimo gli impiegati che hanno chiesto trasferimento, è naturale che davanti ad una mole di lavoro in costante aumento e senza un adeguato rinfoltimento del numero di colleghi, a parità di salario si scelga di andare da un’altra parte – sottlinea ancora il presidente – me la prendo con questa logica di trasferimenti che non tengono in considerazione le situazioni dei singoli tribunali. Il Ministero dovrebbe rendersi conto dei danni che si creano». Infine un appello ai politici del territorio: «Chiedo a loro un impegno a sensibilizzare il ministro perchè si fermi questa emorragia e si provveda a rimpinguare l’organico del tribunale bustocco – conclude – è interesse dei politici che la giustizia funzioni e non si inceppi». L’unica buona notizia è l’ok per l’accentramento degli uffici del giudice di pace di Legnano, Busto e Gallarate nell’ex-sede staccata del tribunale a Gallarate.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 26 Settembre 2014
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