Meridiana, fermi tutti per un mese: stop agli esuberi
A Roma governo e sindacati convincono la compagnia aerea di Olbia a congelare i licenziamenti. Nella manifestazione davanti al ministero c'erano anche i lavoratori di Malpensa
Un mese per salvare Meridiana e i suoi 1600 posti di lavoro. Il governo interviene nella vicenda della compagnia di base a Olbia, con l’incontro tra tutte le parti a una settimana dall’annuncio del maxi-licenziamento. «L’obiettivo era aprire un tavolo e interrompere la procedura», ha spiegato il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, affiancato dal ministro alle infrastrutture Maurizio Lupi. Fermi tutti, dunque, anche se la vicenda è tutt’altro che chiusa, lo dice chiaramente la stessa azienda, parlando di una "temporanea interruzione della procedura di mobilità fino al 21 ottobre": «Ci siamo dati queste tre settimane di tempo, bloccando la procedura, per dialogare senza un orologio e trovare un meccanismo per gestire gli esuberi nel modo più soft possibile», ha detto all’Ansa l’amministratore delegato Roberto Scaramella. L’ipotesi è quella di una riduzione del numero degli esuberi (attualmente fissato a 1600, su 2500 circa complessivi). Di questi esuberi, 561 riguardano la base milanese di Malpensa: «561 esuberi su 561 lavoratori nel personale navigante» ironizza Armando Pica, assistente di volo e rappresentante locale della Usb. Ieri da Malpensa sono arrivati all’incirca «una settantina» di lavoratori del personale navigante (una parte in aereo, i più in pullman), in rappresentanza di tutti i colleghi alla manifestazione davanti al ministero. «L’azienda dovrà presentare il piano industriale prima di ogni altra mossa: non si entrerà nel merito finchè non c’è questo elemento». Il calendario del confronto tra Meridiana e sindacati prevede il 14 ottobre per una prima verifica e il 21 ottobre come possibile data di conclusione di questa fase: a quella data, si capirà cosa intende fare la compagnia e che scenario bisogna aspettarsi. Nel frattempo il ministero ha chiesto di evitare scioperi e agitazioni, all’infuori di presidi in occasione degli incontri.
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