Fds contro Sel. “Voi sapevate che c’era l’Ncd”

Chi non sapeva non ha voluto sapere, come le proverbiali tre scimmie sagge che non vedono, non sentono, non parlano

Abbiamo atteso, come annunciato, l’insediamento del primo consiglio provinciale ed il depositarsi del polverone del dopo voto. E dopo essere stati gli unici partiti ad avere preso pubblicamente e coerentemente posizione rispetto alla logica delle larghe intese con il Nuovo Centro Destra nell’appello “Le elezioni inesistenti: verso una Provincia delle larghe intese”, un mese prima del voto, riteniamo opportuno proporre alcune considerazioni. Il decreto Delrio non ha fatto altro che cambiare nome alle province ed espellere i cittadini dalla possibilità di scegliere i propri rappresentanti. Competenze, funzioni, strutture, respiro politico sono rimasti tutti sostanzialmente gli stessi.

La vittoria di Gunnar Vincenzi consegna alla Provincia di Varese un consiglio a maggioranza centro-destra: 2 consiglieri dell’NCD, 4 di FI, 3 della Lega, 6 del PD e 1 di SEL. L’NCD di Raffaele Cattaneo è stato determinante per la vittoria di Vincenzi. L’unica anomalia, rispetto al quadro nazionale, è la presenza di SEL, alleata con PD e NCD nel sostegno a Vincenzi. L’alleanza con Cattaneo, le molteplici dichiarazioni del candidato presidente e della segreteria del PD nell’ottica di un “governo comune senza gli steccati delle appartenenze”, la costruzione di un programma di governo che ha visto “il contributo di tutte le forze che hanno sostenuto Vincenzi” erano, palesemente, temi noti già dall’estate e, molto schiettamente e con trasparenza – va ammesso, sempre confermati dal Partito Democratico durante gli incontri con tutte le segreterie politiche.

Chi non sapeva non ha voluto sapere, come le proverbiali tre scimmie sagge che non vedono, non sentono, non parlano. Rifondazione e PdCI, da soli, hanno domandato ufficialmente e con insistenza alla coalizione di centro- sinistra di chiarire all’interno del programma la natura dei rapporti con gli esponenti delle forze politiche che sono state complici e parte attiva dell’ultimo, lunghissimo periodo di governo provinciale a firma Lega e PdL/FI/NCD. Queste garanzie ci sono state altrettanto ufficialmente negate; ecco perché abbiamo invitato tutti i consiglieri comunali che non volevano contribuire a questo risultato a non partecipare ad un voto già deciso e che avrebbe avallato un organismo eletto in modo antidemocratico ed anticostituzionale nella logica di un governo comune di tutti i partiti della provincia. Nessuna ‘purezza della razza’, dunque, ma la volontà di portare avanti idee ed azioni – che camminano sempre sulle gambe delle persone – di Leggiamo con interesse e positività la presa di posizione, anche se fuori tempo massimo e un po’ imbarazzante, di Sinistra Ecologia e Libertà all’alba della nomina di Giorgio Ginelli dell’NCD come vicepresidente della Provincia.

Il PD ha sempre cercato e voluto l’alleanza con l’NCD e con Cattaneo, non l’ha mai smentita (se non blandamente e mai nel merito, per evidenti motivi tattici) e proprio quella alleanza ha permesso l’esistenza dell’attuale consiglio. Non siamo però stati ascoltati; c’è anche chi, a sinistra, si è fatto vanto del risultato ottenuto inneggiando, in modo piuttosto autistico e decisamente miope, al “cambiamento di verso”. La prova dei fatti è amara e dà pienamente ragione a tutte le nostre valutazioni. È per tutte queste ragioni che, in prima fila nel dire no alle larghe intese dal primo minuto, rivolgiamo queste considerazioni ai consiglieri che ancora si ritengono di sinistra e che non vogliono essere complici di un governo provinciale che scimmiotta quello nazionale Renzi-Alfano e chiediamo loro (anche ai ravveduti dell’ultima ora), se la politica non è solo la conquista a tutti i costi di un posto al sole nell’utopia schiaffeggiata dalla storia recente di poter “contare”, di essere conseguenti e di unirsi a noi nell’unica possibile battaglia, nelle condizioni date, all’esterno del consiglio stesso. Siamo infatti consapevoli che, dopo aver sottoscritto l’accordo elettorale, violare quel patto e, allo stesso tempo, restare nel consiglio sarebbe prova di un andreottismo che, tipicamente, toglie ogni credibilità ad un’idea di sinistra. Ogni altra scelta, infatti, dopo avere usufruito dei voti di Cattaneo e di chi ha voluto le larghe intese, sarebbe incomprensibile ed un ennesimo specchio dei momenti meno dignitosi della Prima Repubblica.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 31 Ottobre 2014
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